giovedì 2 Ottobre 2025
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Perugia

Paralisi del Consiglio Provinciale: Terni, un disservizio scolastico.

La recente interruzione dei lavori del Consiglio Provinciale di Terni, orchestrata da esponenti di entrambi gli schieramenti politici, rappresenta una grave delegittimazione del processo decisionale amministrativo e un profondo disservizio nei confronti della comunità scolastica umbra.
L’evento, innescato da divergenze di opinione su tematiche geopolitiche riguardanti la situazione in Palestina, ha paralizzato un’istanza cruciale per la definizione del Piano Provinciale relativo alla programmazione territoriale della rete scolastica e dell’offerta formativa.

La decisione di non procedere con una seconda convocazione, assunta dal Presidente della Provincia, Stefano Bandecchi, si configura non come un atto di arbitrarietà, ma come un segnale di forte allarme volto a richiamare l’attenzione su una deriva preoccupante: la prevalenza di logiche ideologiche e di strumentalizzazione politica a scapito dell’interesse pubblico e del dovere di garantire servizi essenziali.
Il piano in discussione, frutto di un lungo e meticoloso lavoro preparatorio da parte degli uffici provinciali, avrebbe dovuto costituire la base per una proposta da presentare alla Regione e all’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria entro il 31 ottobre.
Tale documento, costruito attraverso un processo partecipativo che ha coinvolto Comuni, istituzioni scolastiche e altri stakeholder locali, mirava a delineare le strategie per l’ottimizzazione della rete scolastica, l’adeguamento dell’offerta formativa alle esigenze del territorio e il miglioramento complessivo del sistema educativo umbro.

La conferenza provinciale, prevista per oggi, avrebbe dovuto rappresentare il momento culminante di questo percorso, coinvolgendo enti locali, associazioni di categoria (ANCI e UPI), uffici scolastici, istituzioni formative e rappresentanti delle forze sociali e produttive.
La condotta tenuta dai gruppi di centrosinistra e centrodestra, definita dal Presidente Bandecchi come espressione di una “destra allo sbando” e di una “sinistra iperideologicizzata”, evidenzia una pericolosa tendenza a subordinare questioni amministrative di primaria importanza a posizioni ideologiche e a manifestazioni di dissenso personale.
Questo comportamento non solo vanifica il lavoro svolto dagli uffici provinciali, ma disorienta le famiglie, i docenti e gli studenti, generando incertezza e frustrazione.
L’episodio solleva interrogativi fondamentali sul ruolo delle istituzioni pubbliche e sulla responsabilità dei rappresentanti eletti.

È imperativo che i decisori politici dimostrino maturità, senso dello Stato e capacità di distinguere tra questioni di politica internazionale, che richiedono un dibattito aperto e costruttivo, e atti amministrativi che impattano direttamente sulla vita delle persone e sul futuro del territorio.

La priorità deve essere sempre l’interesse pubblico, la tutela dei diritti fondamentali e la garanzia di servizi efficienti e accessibili a tutti.
Il disservizio subito dalla comunità scolastica umbra non può essere un precedente accettabile e richiede un’immediata riflessione e un profondo ripensamento delle modalità di gestione della cosa pubblica.

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