L’Università degli Studi di Perugia ha aperto le proprie porte a sei giovani studenti palestinesi, testimonianza tangibile di un impegno umanitario e accademico che trascende i confini geografici e politici.
L’accoglienza, orchestrata sotto il coordinamento della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) attraverso il progetto “Italian Universities for Palestinian Students” (IUPALS), rappresenta un faro di speranza per studenti provenienti da un territorio martoriato da conflitti e privazioni.
Il rettore Maurizio Oliviero ha sottolineato l’importanza di questo gesto, non solo come fornitura di alloggio, vitto e accesso all’istruzione superiore, ma soprattutto come atto di solidarietà e supporto a individui che hanno affrontato sfide inimmaginabili per perseguire i propri sogni accademici.
Tra i nuovi iscritti, una studentessa frequenterà i corsi della prestigiosa Università per Stranieri di Perugia, arricchendo ulteriormente il tessuto culturale dell’ateneo.
Questi studenti, con un’età compresa tra i 18 e i 22 anni, hanno lasciato Gaza per la prima volta nella loro vita, abbandonando ogni bene materiale per intraprendere un viaggio complesso e traumatico.
Il percorso li ha condotti attraverso l’ospedale italiano di Amman, punto di sosta cruciale prima di essere trasferiti in Italia con un volo della Guardia di Finanza, un viaggio di quasi quattro ore terminato nelle prime ore del mattino a Perugia.
Il progetto IUPALS, un esempio virtuoso di cooperazione internazionale, mette a disposizione borse di studio dedicate a giovani palestinesi residenti nei territori interessati dal conflitto, consentendo loro di accedere all’istruzione in alcune delle migliori università italiane, a partire dall’anno accademico 2025-2026.
Questa iniziativa, nata dall’impegno pionieristico dell’Università di Perugia, si è rapidamente diffusa a livello nazionale, coinvolgendo numerose istituzioni accademiche italiane in un’azione di solidarietà senza precedenti.
Ahmed Irheem, uno degli studenti accolti, ha espresso con emozione la gratitudine per l’opportunità ricevuta, sottolineando come questo momento rappresenti il compimento di un sogno nel cassetto.
Il suo racconto, fatto di notti insonni e di un addio forzato alla propria terra, commuove e ispira, rendendo ancora più tangibile il valore inestimabile dell’istruzione come strumento di riscatto e di speranza.
Il rettore Oliviero ha espresso orgoglio per l’impegno dell’Ateneo perugino, che si conferma attore di prim’ordine nella promozione della solidarietà e dell’accoglienza.
Ha inoltre riconosciuto il sostegno della Regione, che ha prontamente aderito al progetto con un modello di borsa di studio dedicato, sottolineando l’importanza di una sinergia tra istituzioni accademiche e territoriali per affrontare le sfide umanitarie del nostro tempo.
Questo gesto, più che un atto di carità, è un investimento nel futuro, un seme di speranza piantato in un terreno arido, con la ferma convinzione che l’istruzione possa essere la chiave per costruire ponti e favorire la pace.








