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Perugia

Perugia, corteo per Gaza: solidarietà e denuncia

Un’onda di partecipazione ha investito il centro storico di Perugia, con un corteo pacifico che ha visto protagonisti esponenti istituzionali umbri e una folta rappresentanza di cittadini, tutti uniti da un sentimento di profonda solidarietà verso la popolazione palestinese e in segno di protesta contro le azioni israeliane che hanno interrotto la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla.
A dare il via alla manifestazione, svoltasi in Piazza IV Novembre, sono stati il vicepresidente della Regione, Tommaso Bori, l’assessore alla Pace, Fabio Barcaioli, la sindaca Vittoria Ferdinandi e il consigliere regionale di Avs, Fabrizio Ricci, a testimonianza di un impegno civico che travalica le divisioni politiche.

Il corteo, scandito dagli slogan e dagli striscioni, tra cui uno che inneggiava a un blocco simbolico di tutte le attività, si è snodato lungo Corso Vannucci fino a raggiungere la sede della Regione e dell’Assemblea Legislativa Umbra.
La Global Sumud Flotilla, un’iniziativa internazionale volta a portare aiuti umanitari e a rompere il blocco imposto a Gaza, è stata fermata in mare, un atto che i partecipanti hanno denunciato come una violazione del diritto internazionale e un affronto alla coscienza universale.

La sindaca Ferdinandi ha sottolineato l’importanza cruciale di manifestare solidarietà in momenti di profonda crisi umanitaria, evidenziando come la flottiglia rappresenti un gesto di speranza e di compassione.
“Essere qui oggi significa dare voce a chi non ne ha, significa chiedere protezione immediata per coloro che sono stati ingiustamente detenuti,” ha affermato, esprimendo preoccupazione per il destino degli attivisti.
L’assessore Barcaioli ha lanciato un’accusa esplicita, denunciando il “silenzio complice” del Governo di fronte all’azione israeliana.

“Navi cariche di aiuti, non di armi, bloccate con la forza, in palese contrasto con il diritto internazionale,” ha esplicitato, sottolineando come Israele continui a imporre una logica di potenza anziché di rispetto dei diritti umani.

Tommaso Bori ha richiamato la responsabilità della comunità internazionale, esortando a trasformare la solidarietà in azioni concrete.
“Il silenzio non è un’opzione,” ha dichiarato, ribadendo l’urgenza di un intervento diplomatico e umanitario.
Fabrizio Ricci ha incalzato con una richiesta diretta e inequivocabile: “Vogliamo sapere dove sono le nostre compagne e i nostri compagni.

Chiediamo il loro immediato rilascio e la garanzia che non subiscano alcuna forma di violenza o abuso.

” Ha inoltre aggiunto un’accusa grave, descrivendo la situazione a Gaza come “genocidio” e sottolineando la legittimità della missione umanitaria intrapresa dagli attivisti.
La manifestazione si è conclusa con un appello alla vigilanza e alla mobilitazione continua, affinché il diritto alla vita e alla dignità della popolazione palestinese siano finalmente riconosciuti e rispettati.

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