La campagna referendaria, animata dai Comitati per il Sì, si appresta al suo culmine con un evento conclusivo in programma venerdì sera a Perugia, in piazza IV Novembre, a partire dalle ore 21:00. Questo appuntamento segna la conclusione di un percorso intensivo e capillare, che ha attraversato il territorio provinciale, lasciando un’impronta significativa nel dibattito pubblico.L’azione referendaria non si è limitata all’evento conclusivo, ma si è articolata in una serie di iniziative strategiche dislocate in diverse località: San Fatucchio, Foligno, Spoleto, Città di Castello e Umbertide sono state solo alcune delle tappe fondamentali di questo impegno diffuso. Come sottolinea Simone Pampanelli, segretario generale della Cgil di Perugia, il percorso è stato caratterizzato da un coinvolgimento attivo e costante su tutto il territorio.La nascita dei comitati referendari, diffusi in quasi tutti i comuni della provincia, rappresenta un elemento di rottura rispetto a dinamiche precedenti. Questa organizzazione di base ha permesso di innescare un processo di sensibilizzazione e informazione ampio e partecipato, concretizzato in migliaia di azioni di volantinaggio e centinaia di iniziative pubbliche. L’obiettivo primario è stato quello di rompere un silenzio percepito come soffocante, creando uno spazio di discussione aperta e libera.L’evento conclusivo a Perugia, in piazza IV Novembre, si preannuncia come una festa democratica, con un doppio concerto che vedrà esibirsi gli 88 Folli e i Modena City Ramblers. La presenza del Comitato nazionale del referendum per i 5 sì conferma l’importanza strategica dell’iniziativa. Durante l’evento, Pampanelli intende ripercorrere le motivazioni alla base dei cinque quesiti referendari, ribadendo il valore della partecipazione civica e della consapevolezza politica.Il segretario Cgil sottolinea con convinzione che la battaglia in corso trascende la mera votazione, configurandosi come una sfida fondamentale per il futuro del lavoro e per la tutela dei diritti dei cittadini. La sua affermazione – “le persone per vivere devono lavorare e per farlo non devono rinunciare né alla libertà né alla dignità” – incapsula il cuore pulsante della campagna: la difesa di un modello di società che metta al centro il lavoro dignitoso, la libertà individuale e il rispetto della dignità umana. Il successo, secondo Pampanelli, è auspicabile e necessario, poiché esso rappresenterebbe un baluardo contro derive che minacciano i diritti e le opportunità di crescita per tutti. La campagna si configura quindi come un’occasione per rafforzare la coesione sociale e per promuovere una cultura del lavoro fondata sui principi di equità e giustizia.
Perugia: Festa finale per il Sì al Referendum, un percorso di partecipazione.
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