La recente lamentela del sindaco di Perugia, Vittoria Ferdinandi, circa la presunta assenza dello Stato in materia di sicurezza urbana, contrasta in maniera significativa con i dati oggettivi e gli investimenti concreti che contraddistinguono la realtà locale.
Un quadro che emerge con chiarezza dalle dichiarazioni del sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni, in seguito all’incontro con i sindaci dell’Anci presso il Viminale, e che pone interrogativi sull’effettiva comprensione delle dinamiche di sicurezza da parte dell’amministrazione comunale.
Lungi dall’essere un territorio abbandonato, Perugia vanta un rapporto tra forze di polizia e popolazione decisamente favorevole, con un agente ogni 204 abitanti, ben al di sotto della media nazionale di 1 ogni 222.
Un dato che riflette un impegno statale tangibile, ulteriormente amplificato dalla presenza di 32 militari dell’operazione “Strade Sicure” dedicati alla sorveglianza di obiettivi strategici.
La Polizia di Stato, nel primo semestre del 2025, ha registrato un incremento di 10 unità, segno di un rafforzamento delle risorse umane a disposizione.
A questo si aggiungono 16 nuove unità assegnate ai Carabinieri e 4 alla Guardia di Finanza, consolidando ulteriormente la copertura territoriale.
Ma non si tratta solamente di personale.
Un esame approfondito degli investimenti rivela un flusso consistente di risorse economiche: oltre 670.
000 euro destinati al Comune per interventi specifici quali la videosorveglianza, iniziative di sicurezza urbana, programmi educativi nelle scuole e campagne di sensibilizzazione contro le truffe ai più vulnerabili.
La retorica dell’abbandono appare quindi incongrua, soprattutto considerando la significativa diminuzione della criminalità registrata nei primi cinque mesi del 2025, con una riduzione del 23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’apparente disconnessione tra la percezione della sindaca Ferdinandi e la realtà dei fatti solleva interrogativi sull’approccio alla sicurezza urbana.
L’auspicio che possa emergere una più accurata valutazione delle risorse esistenti e dei risultati ottenuti, piuttosto che nuove richieste di intervento statale.
È fondamentale riconoscere che la sicurezza non è un mero strumento di propaganda, ma un processo complesso che richiede un impegno condiviso e una gestione efficace delle risorse disponibili.
In questo contesto, l’onere maggiore ricade sugli enti locali, chiamati a dimostrare capacità di utilizzo dei fondi ricevuti e di gestione delle sfide che si presentano.
L’efficacia delle politiche di sicurezza dipende in ultima analisi dalla capacità di tradurre gli investimenti in risultati concreti e duraturi, e questo richiede una visione strategica e un’azione coordinata tra tutti gli attori coinvolti.