Il corteo a sostegno della Flotilla, inizialmente circoscritto a un tracciato da Piazza Partigiani a Piazza Italia, si è esteso in una marcia che incrocia l’anima stessa di Perugia, dimostrando una mobilitazione popolare ben più ampia delle aspettative iniziali.
Un fiume umano, stimato in circa duemila partecipanti, ha invaso Viale Indipendenza, arteria cruciale che funge da porta d’accesso al centro storico, un segnale tangibile della crescente preoccupazione e del desiderio di cambiamento che anima la comunità.
La decisione di prolungare il percorso, oltrepassando i confini originariamente stabiliti, testimonia l’energia e la determinazione del movimento.
Il corteo, ora un serpentone in movimento, si dirige con decisione verso la stazione di Fontivegge, un punto nevralgico per i collegamenti e un simbolo, forse, dell’intenzione di ampliare il messaggio a un pubblico più vasto.
L’itinerario scelto ha visto il corteo percorrere le arterie principali del centro storico perugino, lasciando un’impronta tangibile nel tessuto urbano.
Via Baglioni, con la sua storia e la sua importanza architettonica, è stata attraversata, così come Piazza IV Novembre, cuore pulsante della vita cittadina e luogo di memorie collettive.
La scelta di questi luoghi non è casuale: rappresenta un atto di rivendicazione dello spazio pubblico, un richiamo all’attenzione delle istituzioni e un monito alla cittadinanza.
Questa mobilitazione non si limita a una semplice manifestazione di dissenso; è l’espressione di un sentire diffuso, un’inquietudine che si traduce in un desiderio di dialogo e di soluzioni concrete.
Il percorso del corteo, ora più lungo e articolato, diventa metafora di un cammino verso un futuro in cui le voci della cittadinanza siano ascoltate e le istanze della comunità siano prese in seria considerazione.
Il corteo è più di una marcia: è un atto di partecipazione democratica, un inno alla libertà di espressione e un invito all’azione.