La recente polemica sollevata dalla consigliera Michelini (Partito Democratico) riguardo al collegamento aereo Perugia-Bergamo appare, a un’analisi più approfondita, come una strumentalizzazione volto a offuscare una scelta strategica e condivisa con l’ecosistema produttivo umbro.
I consiglieri di opposizione, rappresentanti di diversi gruppi politici (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Umbria Civica), contestano vigorosamente le accuse di “sprechi” e “fallimento” avanzate, sottolineando il valore intrinseco di quell’investimento.
Il volo Perugia-Bergamo, attivato dalla Giunta Tesei nel marzo 2024, non deve essere interpretato come un mero capriccio amministrativo, ma come un intervento mirato a ridurre la marginalità infrastrutturale dell’Umbria, rafforzando i legami con la Lombardia, una regione chiave per l’economia regionale.
Il cofinanziamento ottenuto da Confindustria Umbria e dalla Fondazione Perugia testimonia l’ampio consenso e la percezione di utilità del progetto da parte del mondo imprenditoriale.
L’obiettivo primario era agevolare la mobilità di professionisti, imprenditori e lavoratori che quotidianamente operano tra l’Umbria e il nord Italia, un legame cruciale per lo sviluppo economico e la competitività del territorio.
Qualora si siano presentati problemi operativi, come variazioni di orario, la risposta corretta non è la soppressione del servizio, bensì l’implementazione di soluzioni per ottimizzare e rilanciare la rotta.
È paradossale che la stessa consigliera Michelini, che si erge a paladina della sostenibilità economica, preferisca ignorare le scelte compiute dalla sua stessa maggioranza.
A differenza del volo business per Bergamo, che mirava a una connettività mirata, la giunta precedente ha optato per voli stagionali verso destinazioni turistiche come Lampedusa e Pantelleria, che si sono rivelati finora un fiasco.
L’episodio del volo per Pantelleria del 21 giugno scorso ne è la prova lampante: un aereo fermo a Perugia per oltre 30 ore a causa di un guasto tecnico, passeggeri abbandonati senza informazioni, ritardi catastrofici e notti forzate.
Questa situazione, lontana dall’essere un esempio di “utilità pubblica” o di “svolta”, rivela un disastro organizzativo e una profonda mancanza di pianificazione.
In conclusione, le accuse mosse alla Giunta Tesei appaiono infondate e tendenziose, volte a delegittimare una scelta strategica che, pur con possibili margini di miglioramento, ha dimostrato di avere un potenziale significativo per lo sviluppo economico e la connettività dell’Umbria.
La discussione dovrebbe concentrarsi non sulla sua eliminazione, ma sulla sua ottimizzazione e sul confronto costruttivo tra diverse visioni per il futuro della regione.