A Perugia, la crescente incertezza che grava sui lavoratori precari del settore giustizia si è materializzata in una vibrante manifestazione, un grido di speranza e di rivendicazione che risuona in un contesto nazionale di profonde diseguaglianze. Circa un centinaio di dipendenti, pari a un terzo del personale ministeriale operante nella provincia, hanno espresso la loro angoscia di fronte alla Corte d’appello, un edificio simbolo della giustizia che rischia di essere compromessa dalla precarietà del suo personale.Questi lavoratori, assunti nel 2022 nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), rappresentano una risposta urgente alla cronica carenza di risorse umane che affligge il sistema giudiziario italiano. L’obiettivo iniziale era ambizioso: accelerare i tempi processuali, modernizzare l’amministrazione della giustizia e ridurre drasticamente il dilagante fenomeno degli arretrati, un fardello che soffoca la funzionalità stessa dello Stato.Luciano Morini, esponente della RSU del Tribunale di Perugia, ha evidenziato la profonda ambivalenza della loro posizione. Da un lato, hanno contribuito in maniera significativa a raggiungere gli obiettivi prefissati, acquisendo competenze specialistiche e dimostrando la loro professionalità. Dall’altro, si trovano sull’orlo di una scadenza, con il futuro appeso a decisioni governative che, al momento, appaiono insufficienti. La promessa di una stabilizzazione, cruciale per la continuità del servizio e per il benessere dei lavoratori, si è scontrata con un piano di assunzioni limitato: solo 3.000 posizioni su un totale di circa 12.000 precari in situazioni analoghe a livello nazionale.La manifestazione, coordinata dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Uil Pa e Usb Pi, si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazioni a livello nazionale, un segnale di crescente preoccupazione per il futuro del servizio pubblico. I lavoratori non chiedono semplicemente un posto fisso, ma rivendicano il riconoscimento del loro contributo e la consapevolezza che la loro permanenza è essenziale per garantire l’efficienza e l’equità del sistema giudiziario. La carenza strutturale di personale nel Ministero della Giustizia non è un mero inconveniente amministrativo, ma un ostacolo fondamentale alla piena realizzazione dei principi costituzionali e alla tutela dei diritti dei cittadini. Una stabilizzazione mirata non solo eviterebbe una fuga di talenti e competenze acquisite sul campo, ma costituirebbe un investimento strategico per un futuro in cui la giustizia sia effettivamente accessibile a tutti.
Precari Giustizia in Piazza a Perugia: Un Grido di Speranza
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