In risposta all’interrogazione presentata dai consiglieri regionali Andrea Romizi e Laura Pernazza, l’assessore alla sanità Simona Meloni ha ufficialmente smentito le voci riguardanti una potenziale sospensione dell’attività notturna del pronto soccorso di Umbertide, ribadendo la sua operatività h24.
Questo annuncio, formulato durante la recente seduta dell’Assemblea Legislativa, è stato accolto con un parziale sollievo da parte dei consiglieri, pur mantenendo aperto un monitoraggio attento degli sviluppi futuri.
L’analisi dei dati relativi agli accessi al pronto soccorso rivela una cifra di circa 13.000 nel 2025, un dato in linea con quello dell’anno precedente.
Tuttavia, questo volume di accessi si discosta significativamente dallo standard previsto per un presidio di base, che idealmente dovrebbe attestarsi intorno ai 20.000.
Nonostante il numero relativamente contenuto, con una media di soli sei accessi per turno notturno, l’impegno regionale nel garantire la continuità del servizio rimane prioritario, con una costante ricerca di risorse professionali qualificate.
L’organizzazione del pronto soccorso si basa su un sistema di turni continui, assicurando la presenza di due infermieri per ogni turno.
Questo personale, oltre all’assistenza diretta, svolge anche attività laboratoristiche urgenti, velocizzando la diagnosi e l’avvio delle cure attraverso l’impiego di test rapidi.
L’efficienza operativa è perseguita ottimizzando il contributo di tutte le figure professionali coinvolte.
L’assessore Meloni ha sottolineato come la riorganizzazione dell’ospedale di Umbertide sia intrinsecamente legata ai progetti in corso per la creazione dell’ospedale di comunità locale e si inserisca nel più ampio piano sociosanitario regionale, un intervento di riforma che mira a riallineare e ottimizzare l’intero sistema sanitario.
Si prevede il completamento dei lavori di riqualificazione entro la prima metà del 2026.
Nel frattempo, l’ASL si è impegnata a mantenere attiva una capacità di 16 posti letto e a garantire la funzionalità dei servizi ambulatoriali, con l’eccezione temporanea di otorinolaringoiatria, oculistica e chirurgia ambulatoriale, che sono state momentaneamente trasferite a Città di Castello.
Un significativo miglioramento diagnostico è stato recentemente apportato con l’installazione di una TAC a 128 strati, che ha sostituito l’obsoleta apparecchiatura precedente.
La direzione sanitaria regionale e aziendale sta attualmente lavorando alla definizione del piano sanitario regionale, con l’obiettivo di attribuire una specifica vocazione a ciascun ospedale della regione Umbria.
In questo contesto, l’ospedale di Umbertide si distingue per la sua vocazione riabilitativa, un tratto distintivo destinato a essere ulteriormente rafforzato con l’apertura dell’ospedale di comunità.
Nella sua replica, il consigliere Romizi ha espresso una parziale soddisfazione per le rassicurazioni ricevute, pur ribadendo la necessità di un monitoraggio continuo dei lavori relativi all’ospedale di comunità.
La questione del rafforzamento dell’organico, tuttavia, rimane un punto critico da affrontare, in quanto ogni presidio dovrà trovare la sua collocazione ottimale all’interno del piano sociosanitario, garantendo che l’ospedale di Umbertide possa continuare a fornire i servizi attesi dai cittadini.
La chiave per il futuro risiede nell’integrazione sinergica tra le diverse strutture sanitarie e nell’allocazione strategica delle risorse per rispondere in modo efficace alle esigenze di salute della comunità.







