Con profonda commozione e un senso di profonda gratitudine, assisto oggi all’inaugurazione della Basilica di San Benedetto a Norcia, un evento che trascende la semplice riapertura di un edificio sacro.
 Questo momento segna un capitolo cruciale nella storia della nostra comunità, un sigillo sulla resilienza umbra di fronte alle ferite profonde inflitte dal sisma del 2016, un evento che ha scosso le fondamenta del nostro territorio e messo a dura prova la nostra identità.
La terra, custode silenziosa di secoli di storia, ci ha ricordato brutalmente la fragilità delle nostre creazioni, la precarietà dell’esistenza umana.
 La casa natale dei santi Benedetto e Scolastica, fulcro spirituale e culturale, è stata gravemente compromessa, strappandoci un pezzo di memoria collettiva e un simbolo tangibile del nostro legame con le radici.
 Quel terremoto non ha solo fatto tremare le pietre, ma ha scalfito l’anima stessa dell’Umbria, lasciando un vuoto incolmabile.
Tuttavia, la devastazione ha anche risvegliato una forza interiore, una capacità di resilienza che definisce il carattere del nostro popolo.
La ricostruzione della Basilica non è solo un atto di fede, ma un atto di sfida, una dichiarazione di speranza rivolta al futuro.
 Ogni pietra rimessa al suo posto rappresenta un impegno, un sacrificio, una promessa di rinascita.
 Il percorso che ha portato a questo traguardo è stato arduo, costellato di ostacoli burocratici, sfide tecniche e difficoltà economiche.
 Ho avuto l’onore di seguirlo da vicino, testimoniando la dedizione instancabile di tecnici, operai, volontari e membri della comunità religiosa.
 La loro abnegazione ha saputo coniugare rigore scientifico e rispetto per la tradizione, garantendo non solo la stabilità strutturale dell’edificio, ma anche la salvaguardia del suo significato intrinseco.
La riapertura della Basilica di San Benedetto è un momento di riscatto per la Valnerina, per Norcia e per l’intera Umbria.
È un messaggio potente di speranza che si propaga ben oltre i confini regionali, un esempio tangibile di come, anche dopo le più gravi avversità, sia possibile ricostruire non solo le strutture, ma anche il tessuto sociale e il senso di appartenenza.
Questo evento ci offre l’opportunità di riflettere sulla lezione che la natura ci impartisce costantemente: la necessità di un approccio sostenibile, di una profonda comprensione dei rischi sismici e di un impegno costante nella prevenzione e mitigazione.
Le catastrofi naturali, come il sisma del 2016, sono parte integrante della nostra storia, ma non devono condannarci alla rassegnazione.
Al contrario, devono spingerci a innovare, a collaborare, a costruire un futuro più sicuro e resiliente.
Assicuro il mio pieno impegno, anche a livello europeo, per sostenere Norcia e l’Umbria, promuovendo politiche di sviluppo sostenibile, investimenti in infrastrutture e progetti di ricerca finalizzati alla prevenzione del rischio sismico.
 Il nostro obiettivo è trasformare questa esperienza in un modello virtuoso, un faro di speranza per tutte le comunità che si trovano ad affrontare sfide simili.
 Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito a questo straordinario risultato: le istituzioni, i tecnici, gli operai, i volontari, la comunità religiosa e, soprattutto, la popolazione di Norcia, che con la sua forza d’animo e la sua resilienza ha saputo trasformare la sofferenza in speranza.
 La Basilica di San Benedetto rinasce, e con essa rinasce la fiducia nel futuro, la certezza che le nostre terre, ogni volta che saranno messe alla prova, sapranno risollevarsi, ricostruirsi e rinnovarsi, più forti e consapevoli di prima.



 
                                    


