La recente assemblea pubblica a Terni ha acceso un acceso dibattito tra l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Stefano Bandecchi, e i sindacati dei dipendenti comunali, sollevando interrogativi sulla gestione delle risorse, la responsabilità istituzionale e il rapporto tra potere politico e forza lavoro.
L’incontro, documentato e diffuso sui social media, ha visto il sindaco Bandecchi affrontare direttamente i dipendenti, delineando una visione pragmatica, se non provocatoria, sulla loro posizione all’interno del sistema economico e amministrativo del Comune.
Bandecchi, in un intervento che ha generato immediate reazioni contrastanti, ha esplicitamente delineato il ruolo dei dipendenti come “responsabilità” sua, sottolineando la disparità tra lo stipendio percepito e il costo complessivo sostenuto dall’ente pubblico per garantire la loro permanenza in servizio.
L’analisi, seppur cruda, ha mirato a focalizzare l’attenzione sull’impatto finanziario delle risorse umane, evidenziando come i cittadini, attraverso la loro tassazione, contribuiscano non solo agli stipendi, ma anche alle voci di spesa accessorie come le liquidazioni.
La retorica utilizzata dal sindaco ha assunto toni ancora più incisivi quando ha paragonato la propria situazione pregressa da imprenditore, dove una parte significativa del suo reddito era incanalata verso il fisco, a quelle delle decisioni governative che influenzano direttamente la gestione delle risorse comunali e il mantenimento dell’occupazione.
L’esplicita richiesta di un “lavoro normale” e la promessa di garanzie per i dipendenti sono state presentate come condizioni necessarie per trasformare la forza lavoro in una vera risorsa per il Comune, ponendo una scelta binaria: i dipendenti come parte della soluzione o come elemento di un problema.
Le reazioni dei sindacati non si sono fatte attendere.
La Fp Cgil ha denunciato l’utilizzo di “metodi intimidatori”, mentre la Cisl Funzione Pubblica dell’Umbria ha criticato aspramente frasi percepite come minatorie e irrispettose nei confronti di lavoratori che assicurano servizi essenziali alla cittadinanza.
Anche la Uil Fpl Umbria, pur dissociandosi dal metodo e dal contenuto dell’intervento, ha espresso una prevedibilità basata sulla constatazione di uno stile comunicativo già noto.
Il Movimento 5 Stelle di Terni ha ulteriormente asprito il clima, accusando Bandecchi di aver utilizzato “parole indegne” nei confronti dei lavoratori, ritenuti colpevoli di operare in un contesto di disorganizzazione e malagestione.
L’episodio solleva interrogativi cruciali sul delicato equilibrio tra la necessità di una gestione efficiente delle risorse pubbliche e il rispetto dei diritti dei lavoratori, mettendo in luce le tensioni intrinseche nel rapporto tra potere politico, amministrazione pubblica e rappresentanza sindacale.
Il nodo cruciale sembra risiedere nella modalità con cui affrontare le sfide economiche e organizzative, evitando un linguaggio che possa generare divisioni e minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.