La Regione Umbria intensifica il suo impegno nella lotta alla violenza di genere con un piano d’azione ambizioso per il 2025, destinando un finanziamento complessivo di circa 1,8 milioni di euro, a cui si aggiungono le risorse già destinate ai centri antiviolenza esistenti (482.000 euro). L’iniziativa mira a superare la mera risposta emergenziale, ponendo le basi per un sistema organico, capillare e realmente efficace nel supportare le donne vittime e nel promuovere una cultura di rispetto e parità.L’approccio regionale si articola su diversi pilastri, interconnessi per massimizzare l’impatto e garantire una risposta completa. Un elemento cardine è il potenziamento dell’autonomia finanziaria delle donne che hanno subito violenza. Questo non si traduce solo in un sostegno economico immediato, ma in percorsi strutturati di orientamento professionale, che comprendono la creazione di opportunità di tirocinio aziendale e la collaborazione attiva con i centri per l’impiego locali. L’obiettivo è offrire strumenti concreti per il reinserimento lavorativo e l’indipendenza economica, elementi cruciali per una ricostruzione personale duratura e per la prevenzione del ricaduta nella dipendenza abusiva.Parallelamente, il piano regionale pone grande enfasi sulla formazione specialistica di professionisti operanti nel campo dell’assistenza alle vittime. Si tratta di psicologi, assistenti sociali, operatori di comunità, avvocati e forze dell’ordine, che necessitano di competenze specifiche per gestire situazioni complesse, offrire supporto psicologico adeguato e garantire la sicurezza delle donne. L’iniziativa comprende, inoltre, campagne di sensibilizzazione rivolte all’intera comunità, con l’obiettivo di promuovere una profonda trasformazione culturale, sradicando stereotipi di genere dannosi e incoraggiando comportamenti rispettosi e inclusivi.Un’ulteriore priorità è la valorizzazione e il coordinamento della rete di attori coinvolti nella prevenzione e contrasto alla violenza di genere. Si tratta di centri antiviolenza, case rifugio, servizi sociali, associazioni del terzo settore, istituzioni scolastiche e sanitarie, che devono collaborare sinergicamente per offrire un supporto integrato e personalizzato. L’impegno regionale include anche il monitoraggio costante dell’efficacia degli interventi, con l’obiettivo di apportare miglioramenti continui e adattare le strategie alle nuove esigenze che emergono. Si intende, in definitiva, costruire un ecosistema di protezione che offra alle donne vittime di violenza non solo un rifugio sicuro, ma anche la possibilità di ricostruire la propria vita con dignità e speranza.
Umbria: 1,8 milioni contro la violenza sulle donne
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