La recente comunicazione del Presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara, rappresenta un segnale di allarme per il futuro del sistema scolastico umbro.
La richiesta di un incontro formale, che trascenda la mera dimensione tecnica per abbracciare una discussione politica e sociale di ampio respiro, riflette una crescente preoccupazione per le conseguenze di un’attuale linea interpretativa che rischia di compromettere l’autonomia e la vitalità delle istituzioni scolastiche del territorio.
Il fulcro della questione risiede nella potenziale riduzione del numero di autonomie scolastiche in Umbria, un dato quantitativo che non può essere isolato dalle implicazioni qualitative che ne derivano.
La diminuzione, potenzialmente significativa (da 134 a 130 istituti), è il risultato di una revisione della programmazione territoriale della rete scolastica, che dovrebbe guidare l’offerta formativa triennale 2026-2029.
L’incontro tecnico preliminare, che ha coinvolto i rappresentanti del Ministero, della Regione Umbria, delle Province di Terni e Perugia e del Comune di Terni, ha evidenziato un disallineamento tra le esigenze locali e i parametri di assegnazione attualmente in vigore.
Bandecchi contesta, in sostanza, la prevalenza di un approccio puramente quantitativo nell’assegnazione delle risorse umane – dirigenti scolastici e personale amministrativo – richiamando l’attenzione sul decreto interministeriale n.
124/2025.
Questo decreto, infatti, afferma esplicitamente la necessità di considerare, parallelamente ai calcoli matematici, i fattori sociali e territoriali, soprattutto per le aree interne.
L’Umbria, regione caratterizzata da una profonda frammentazione geografica e da sfide demografiche peculiari, non può essere ignorata in questa valutazione.
Ridurre l’organico scolastico sulla base di formule astratte rischia di impoverire ulteriormente un territorio già fragile e di compromettere la capacità delle scuole di rispondere alle esigenze specifiche delle comunità locali.
Il Presidente sottolinea, inoltre, l’incongruenza dei dati forniti dal Ministero, evidenziando come una diminuzione basata su calcoli percentuali appaia irrazionale alla luce delle normative vigenti che mirano a sostenere le aree più svantaggiate.
Si auspica, quindi, una rettifica in senso opposto, un aumento dell’organico che tenga conto delle peculiarità del territorio umbro.
L’appello di Bandecchi al Ministro Valditara, in definitiva, non si limita a una richiesta di revisione dei parametri numerici, ma si configura come un invito a ripensare l’intero approccio alla programmazione scolastica, ponendo al centro il benessere degli studenti, la valorizzazione del territorio e la promozione di un’istruzione inclusiva e rispondente alle reali necessità del contesto locale.
L’auspicio è che l’incontro, proposto come spazio di confronto politico e sociale, possa generare soluzioni concrete e sostenibili per il futuro del sistema scolastico umbro, affiancando competenze tecniche a sensibilità umana e visione strategica.