La recente decisione di estendere l’utilizzo dei treni regionali sulla rete Alta Velocità Roma-Firenze rappresenta un atto di sensibilità amministrativa, un segnale positivo che merita riconoscimento.
Tuttavia, questo provvedimento, per quanto opportuno, non può mascherare le criticità strutturali che affliggono il sistema ferroviario umbro, richiedendo un’azione decisa e proattiva da parte del Governo nazionale e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La problematica non si limita alla mera questione della continuità del servizio, ma riflette una più ampia carenza di visione strategica e di investimenti mirati a modernizzare e potenziare l’intera infrastruttura ferroviaria dell’Umbria.
La mobilità pendolare, elemento cruciale per lo sviluppo economico e sociale del territorio, è infatti quotidianamente messa a dura prova da una serie di disservizi: ritardi cronici, interruzioni inattese, deviazioni non comunicate e cancellazioni improvvise.
Questi inconvenienti non solo creano disagi e frustrazione nei cittadini, ma compromettono anche la loro produttività e la loro capacità di partecipare attivamente alla vita sociale ed economica della regione.
L’estensione dell’utilizzo dei treni regionali sulla Direttissima, frutto di un’iniziativa congiunta che ha visto l’Umbria dialogare e collaborare con le altre regioni del centro Italia, testimonia l’importanza di un approccio sinergico e condiviso nella definizione delle politiche di mobilità.
La costruzione dell’ “Italia mediana” non è solo una questione geografica, ma un progetto politico e sociale che mira a ridurre i divari territoriali e a promuovere lo sviluppo equilibrato del Paese.
È imperativo che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti avvii un confronto aperto e costruttivo con le regioni del centro Italia per identificare soluzioni concrete e durature.
Tale processo deve coinvolgere non solo le istituzioni, ma anche i rappresentanti dei pendolari, le associazioni di categoria e gli esperti del settore.
L’attesa dei nuovi treni, prevista da tempo, rappresenta un’opportunità per rinnovare il parco mezzi e migliorare l’efficienza del servizio.
Tuttavia, l’introduzione di nuovi treni non sarà sufficiente a risolvere i problemi esistenti se non sarà accompagnata da investimenti in infrastrutture, digitalizzazione dei processi e formazione del personale.
È necessario un piano complessivo che tenga conto delle esigenze specifiche dell’Umbria e delle sue potenzialità di sviluppo.
Si esprime gratitudine alla Presidente Stefania Proietti e all’Assessore Francesco De Rebotti per l’impegno profuso finora, ma si sottolinea che questa è solo una tappa di un percorso più ampio e complesso, che richiede un’azione concertata e continuativa.
La mobilità ferroviaria non è un costo, ma un investimento strategico per il futuro dell’Umbria e dell’Italia.