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mercoledì 29 Ottobre 2025

Umbria da traino per una legge nazionale sul fine vita.

L’Umbria si appresta a inaugurare un percorso legislativo cruciale, con l’obiettivo di tradurre l’iniziativa regionale sul fine vita in una cornice normativa nazionale, un’aspirazione espressa con forza dall’assessore al welfare, Fabio Barcaioli, durante un commovente evento commemorativo dedicato a Laura Santi.
La proposta di legge, frutto di un’ampia raccolta firme popolare, affida all’Assemblea Legislativa dell’Umbria il compito di avviare un dibattito che vada oltre i confini regionali, mirando a superare l’attuale frammentazione del panorama italiano.
Il problema di fondo risiede nella disparità di approcci e tutele esistenti tra le diverse regioni.
Questa “macchia di leopardo” di legislazioni crea incertezza per i cittadini, generando disuguaglianze nell’accesso a cure palliative, alla pianificazione anticipata delle decisioni sanitarie e alla possibilità di esprimere la propria volontà in merito al trattamento medico.
Una legge nazionale, dunque, non si configura come una mera formalità amministrativa, bensì come uno strumento imprescindibile per garantire uniformità, equità e certezza del diritto.
L’iniziativa umbra si pone come un’azione propulsiva, un esempio virtuoso di come le regioni, con autonomia legislativa, possano affrontare temi delicati e complesse sfide etiche.
Tuttavia, la piena efficacia di tale iniziativa può realizzarsi solo attraverso un’adesione e un’estensione a livello nazionale, coinvolgendo il Parlamento e favorendo un ampio confronto con la società civile, i professionisti sanitari e le associazioni di pazienti.

Il dibattito che si aprirà in Consiglio Regionale non deve limitarsi a una discussione tecnica, ma deve abbracciare le implicazioni filosofiche, morali e sociali connesse al diritto di scegliere il proprio percorso di cura, al ruolo della famiglia e dei caregiver, alla necessità di una maggiore consapevolezza e di una formazione adeguata per gli operatori sanitari.
La memoria di Laura Santi, testimone di una vita dedicata alla ricerca e all’assistenza, guida e ispira questo percorso, ricordando l’importanza di ascoltare le voci dei pazienti e di mettere al centro l’umanità della persona, anche nelle fasi terminali della vita.
L’auspicio è che l’Umbria, con il suo esempio, possa contribuire a creare un clima di dialogo costruttivo e a promuovere una cultura della compassione e della dignità, capace di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini.

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