venerdì 26 Settembre 2025
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Umbria: Eolico contro Paesaggio, la Sfida della Transizione

L’Umbria si trova di fronte a una delicata congiuntura: la necessità imperante di conciliare gli obiettivi di transizione energetica con la salvaguardia del suo inestimabile patrimonio naturale e culturale.

Una petizione civica, sostenuta da quasi 7.000 firme, ha portato alla ribalta le preoccupazioni di una vasta platea di cittadini, associazioni e comitati spontanei che si oppongono all’installazione di impianti eolici nell’Appennino umbro-marchigiano.

La questione, lungi dall’essere una semplice contrapposizione tra progresso e conservazione, solleva interrogativi profondi sulla definizione stessa di sviluppo sostenibile e sulla responsabilità del governo regionale nel bilanciare interessi spesso divergenti.

La mozione approvata a marzo dal Consiglio regionale, con la sua enfasi sulla difesa dell’Umbria come “cuore verde d’Italia”, definisce un quadro programmatico che invita la Giunta a perseguire una duplice missione: garantire la produzione di energia rinnovabile e, al contempo, proteggere le risorse paesaggistiche, culturali e ambientali che costituiscono l’identità stessa della regione.
Questo approccio, pur lodevole nella sua ambizione, necessita di essere tradotto in azioni concrete e di una valutazione rigorosa degli impatti potenziali di ogni intervento.
La critica principale mossa dai promotori della petizione non si limita a una mera opposizione all’eolico, ma si concentra sulla potenziale alterazione irreversibile di un territorio unico.

L’Appennino umbro-marchigiano, plasmato da millenni di interazione tra uomo e natura, rappresenta un ecosistema fragile e complesso, custode di un patrimonio storico, archeologico e sentieristico di inestimabile valore.
L’installazione di impianti eolici industriali, con le loro imponenti strutture e i relativi impatti visivi e acustici, rischia di compromettere la biodiversità, danneggiare il paesaggio e minare le prospettive di sviluppo economico-sociale delle comunità locali, le quali dipendono fortemente dal turismo legato alla natura e alla valorizzazione del patrimonio culturale.

L’auspicio è che la mappatura territoriale in corso, un processo cruciale per la pianificazione energetica regionale, riconosca l’intera fascia appenninica come area non idonea alla realizzazione di impianti eolici, specialmente quelli di grandi dimensioni.
Questa decisione, lungi dall’essere un freno alla transizione energetica, potrebbe stimolare l’innovazione e la ricerca di soluzioni alternative, più compatibili con le peculiarità ambientali e culturali del territorio.
La sfida non è quella di scegliere tra energia e ambiente, ma di trovare un modello di sviluppo che integri entrambi, garantendo un futuro sostenibile per l’Umbria e per le generazioni a venire.

La regione deve agire come guida, dimostrando che la tutela del paesaggio e la prosperità economica possono coesistere, promuovendo un’identità regionale forte e un’immagine di eccellenza nel campo della sostenibilità ambientale.

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