La Regione Umbria si appresta a inaugurare una stagione inedita per il suo patrimonio culturale e il tessuto delle imprese creative, con l’approvazione in pre-adozione del disegno di legge che rivoluziona il quadro normativo del settore.
L’iniziativa, definita dal vicepresidente e assessore alla Cultura, Tommaso Bori, come la più ampia riforma culturale mai intrapresa nella regione, ambisce a trasformare l’Umbria in un vero e proprio laboratorio di innovazione per le politiche culturali.
Il percorso di riforma, che si discosta nettamente dall’attuale frammentazione normativa – caratterizzata da un decennio di leggi obsolete e insufficientemente finanziate – mira a consolidarle in un testo unico, semplificando l’accesso ai supporti e alle opportunità per gli operatori culturali.
Questo processo, concepito come un’iniziativa dal basso, favorirà un ampio coinvolgimento di stakeholders attraverso un percorso partecipativo, a partire da un incontro pubblico a Terni il 28 novembre.
Un pilastro fondamentale della riforma è l’incremento significativo delle risorse destinate al settore.
Oltre ai 1.456.500 euro già stanziati, sono previsti ulteriori 1,5 milioni di euro per ciascuno degli esercizi 2026 e 2027, risorse che andranno ad integrare i finanziamenti europei e nazionali già accessibili alla Regione.
Questa iniezione di capitali non è solo una questione di mera disponibilità economica, ma una dichiarazione d’intenti volta a valorizzare il capitale intellettuale e la creatività locale.
Il disegno di legge si pone anche l’obiettivo esplicito di promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove imprese culturali, attraverso la creazione di strumenti operativi innovativi.
Tra questi spiccano l’istituzione di un Osservatorio Regionale della Cultura, deputato a raccogliere e analizzare dati cruciali per la formulazione di politiche mirate, e un Laboratorio Permanente per una Regione Creativa, un luogo di incontro e sperimentazione per artisti, imprenditori e istituzioni.
La creazione di una banca dati delle imprese culturali, in coordinamento con il Ministero della Cultura, faciliterà l’identificazione e il supporto alle realtà esistenti, favorendo la loro crescita e la loro integrazione nel mercato nazionale e internazionale.
La presidente della Regione, Stefania Proietti, ha sottolineato l’importanza di questo modello di riforma, auspicando che possa ispirare altre regioni italiane.
Un elemento distintivo della riforma è la particolare attenzione riservata ai giovani, considerati la linfa vitale per l’attrattività del territorio e la propulsione dell’innovazione culturale.
Si mira a creare un ecosistema che favorisca l’ingresso di nuovi talenti, non solo locali, ma anche provenienti da altre regioni e paesi, contribuendo a rafforzare l’identità culturale dell’Umbria.
La programmazione triennale, cardine dell’iniziativa, prevede un’ampia gamma di azioni, che spaziano dalla tutela e valorizzazione dei beni culturali alla promozione dello spettacolo dal vivo, dalla lettura alla diffusione dell’arte contemporanea, dalla formazione professionale alla rigenerazione urbana basata sulla cultura, fino all’introduzione di politiche di welfare culturale.
La timeline prevista per l’adozione definitiva del nuovo testo di legge indica un orizzonte temporale compreso tra dicembre 2025 e gennaio 2026.
L’obiettivo è chiaro: tracciare un futuro in cui la cultura non sia solo un patrimonio da conservare, ma una forza motrice per lo sviluppo economico, sociale e civile dell’Umbria.







