La recente proposta di legge sull’armonizzazione della figura dei Garanti regionali in Umbria, presentata dalla Presidente dell’Assemblea Legislativa, Sarah Bistocchi, si configura come un intervento cruciale per il rafforzamento della tutela dei diritti fondamentali e per l’ottimizzazione dell’efficacia del sistema di garanzia regionale.
L’iniziativa nasce da una constatazione: la dispersione normativa esistente rischia di compromettere la coerenza e l’impatto delle azioni a favore delle categorie più vulnerabili della popolazione – minori, persone con disabilità e individui sottoposti a misure restrittive della libertà personale.
L’obiettivo primario della legge non è una mera riorganizzazione burocratica, bensì un vero e proprio ripensamento del ruolo e della funzione dei Garanti.
Si mira a superare una frammentazione legislativa che, storicamente, ha visto la nascita di queste figure in momenti diversi, con mandati e competenze non sempre sinergiche.
La visione è quella di un sistema integrato, in cui i tre Garanti operino come elementi complementari, una “mano” unita al servizio della cittadinanza, capaci di agire in maniera coordinata per garantire una protezione più ampia e incisiva.
La proposta legislativa si articola attorno a pilastri fondamentali.
Innanzitutto, la creazione di un ufficio unico all’interno di Palazzo Cesaroni, destinato a favorire la comunicazione, la collaborazione e la condivisione di risorse tra i tre organi di garanzia.
Questa scelta strategica non è solo un’ottimizzazione logistica, ma un simbolo dell’unità di intenti e della volontà di superare eventuali dinamiche di isolamento o competizione.
Un’attenzione particolare è riservata all’affermazione e alla salvaguardia dell’autonomia e dell’indipendenza dei Garanti, elementi imprescindibili per garantire la loro capacità di operare in modo imparziale e critico.
La durata del mandato, ridotta a tre anni con possibilità di rinnovo, è concepita come un meccanismo per favorire un ricambio generazionale e una costante aggiornamento delle competenze, mantenendo al contempo una continuità di azione.
La legge non si limita a correggere lacune esistenti, ma introduce elementi di innovazione.
Si intende potenziare la capacità dei Garanti di acquisire informazioni, di esercitare la funzione di controllo e di promuovere la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi cruciali della tutela dei diritti umani.
Il nuovo quadro normativo aspira a trasformare i Garanti in veri e propri motori di cambiamento sociale, capaci di stimolare politiche pubbliche più efficaci e di costruire una comunità più giusta e inclusiva, dove la voce di chi è più fragile sia ascoltata e protetta.
L’iniziativa si pone, in definitiva, come un investimento nel futuro dell’Umbria, un impegno concreto per la costruzione di un sistema di garanzia regionale più forte, trasparente e capace di rispondere alle sfide del nostro tempo.