Umbria: un nuovo impulso per la qualità dell’aria e la transizione energetica attraverso un Superbonus Caldaie rivisitatoLa Regione Umbria interviene con decisione per sanare una gestione precedente definita “irresponsabile” e colmare una lacuna critica nella tutela ambientale.
Attraverso un emendamento al disegno di legge di assestamento del bilancio di previsione regionale 2025-2027, viene stanziato un finanziamento di 1,8 milioni di euro per il biennio 2026-2027, destinato a incentivare la sostituzione di impianti di riscaldamento a biomassa obsoleti e inquinanti, con l’obiettivo primario di migliorare la qualità dell’aria e ridurre significativamente le emissioni nocive.
Questa iniziativa non si limita a un mero stanziamento finanziario, ma rappresenta una vera e propria inversione di rotta rispetto alle scelte precedenti.
L’esigenza di intervenire è dettata dalla constatazione che la gestione precedente ha visto disperdersi 5,5 milioni di euro destinati alle aree più inquinate, inclusi i comuni montani, lasciando scoperta una criticità ambientale che rischia di riportare l’Umbria in procedura d’infrazione europea per il superamento dei limiti di polveri sottili.
Il dato allarmante è che solo il 5% degli incentivi è riuscito a raggiungere i comuni di Terni e Narni, aree particolarmente vulnerabili.
La decisione della Giunta Proietti e della maggioranza del Patto Avanti riflette un impegno concreto verso le famiglie e le imprese umbre, che si sono viste negare un sostegno cruciale per l’ammodernamento dei propri impianti di riscaldamento.
L’Assessore all’ambiente e all’energia, Thomas De Luca, sottolinea come la precedente giunta, in accordo con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, abbia optato per una distribuzione indiscriminata dei fondi, penalizzando le zone più critiche e alimentando una situazione di grave disagio ambientale.
Il nuovo Superbonus Caldaie mira a una maggiore efficacia e miratezza degli interventi, concentrando le risorse laddove l’urgenza è maggiore, nella tutela della salute pubblica e nella salvaguardia dell’ambiente.
A completamento delle istruttorie, si sono rese insostenibili le richieste di contributo: 2.
152 domande ammesse all’incentivo, di cui 24 non finanziate a causa dell’esaurimento della dotazione precedente, un dato che testimonia la carenza di una politica ambientale lungimirante e una gestione oculata delle risorse disponibili.
La Regione ha formalmente richiesto, in più occasioni, una revisione dell’Accordo di programma al Ministero, sollecitando l’assegnazione di nuovi fondi e la possibilità di rimodulare le spese per intervenire dove la necessità è più impellente, ma fino ad ora il silenzio è la risposta ricevuta.
la Regione Umbria, di fronte a questo vuoto di dialogo e la mancanza di supporto da parte dello Stato, agisce in autonomia, mobilitando risorse interne per proteggere la salute dei cittadini umbri e per preservare il patrimonio ambientale della regione.
Il finanziamento per il biennio 2026-2027 sarà strettamente focalizzato sulle aree urbane critiche, dove l’impegno a ridurre le emissioni da biomasse è prioritario, evitando così il rischio di nuove procedure d’infrazione europea.
La Regione si impegna inoltre a erogare gli 84.
000 euro residui, garantendo la liquidazione degli incentivi a tutte le domande ammesse, un gesto concreto per onorare gli impegni presi con la comunità umbra e inaugurare un percorso di transizione energetica sostenibile e responsabile.