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giovedì 20 Novembre 2025

Violenza Sessuale: Una Svolta Culturale e Giuridica per l’Italia

La recente approvazione da parte della Camera dei Deputati, con voto unanime e superamento delle divisioni partitiche, di una proposta di legge sulla violenza sessuale, rappresenta un momento di profonda trasformazione culturale per il nostro Paese, come sottolinea con evidente commozione la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, figura di riferimento nazionale per l’ANCI in materia di pari opportunità.

Questo atto legislativo non si configura semplicemente come un aggiornamento normativo, bensì come una pietra miliare nella costruzione di una società più giusta e rispettosa della dignità umana.

L’elemento cardine e rivoluzionario di questa legge risiede nell’introduzione di una definizione chiara e inequivocabile del consenso: ogni atto sessuale privo di un’assenso libero, attuale e pienamente consapevole deve essere riconosciuto come una forma di violenza.

Tale definizione, lungamente attesa e strenuamente perseguita, non solo fornisce un quadro giuridico più preciso per l’interpretazione dei reati sessuali, ma segna anche un cambio di paradigma nella comprensione stessa delle relazioni intime.

La legge non si limita a criminalizzare comportamenti; essa incarna un profondo messaggio etico e sociale.
Afferma, con forza e determinazione, che l’autodeterminazione e la libertà personale di ciascun individuo non sono merce negoziabile e che la violazione di tali principi costituisce una grave offesa alla collettività.

La gioia espressa dalla sindaca Ferdinandi riflette un sentimento diffuso tra coloro che hanno lavorato instancabilmente per anni, superando ostacoli e resistenze, per raggiungere questo risultato.

La collaborazione trasversale tra maggioranza e opposizione, resa possibile anche dalla presenza significativa di donne in ruoli istituzionali chiave, testimonia come, di fronte a problematiche di tale portata, sia imperativo mettere da parte le appartenenze politiche e agire nell’interesse superiore del bene comune.
Questa legge, pertanto, non è solo il frutto di un processo legislativo, ma il risultato di un impegno collettivo volto a costruire una cultura del rispetto e della responsabilità.

È un atto di giustizia nei confronti di innumerevoli vittime, spesso costrette a vivere nell’ombra, incapaci di denunciare subiti abusi e di far sentire la propria voce.

La legge vuole essere un faro, un punto di riferimento per coloro che hanno subito violenze, incoraggiandole a denunciare e a cercare supporto.
L’approvazione di questa proposta di legge rafforza l’immagine dell’Italia come Paese pronto a confrontarsi con le sfide del presente, scegliendo la via della dignità, della giustizia e dell’eguaglianza, e impegnandosi a costruire un futuro in cui il consenso sia il fondamento di ogni relazione.
La speranza è che questa legge funga da catalizzatore per ulteriori interventi a favore delle vittime e per una più ampia sensibilizzazione del Paese sul tema della violenza di genere.

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