ZES Umbria: la Lega contro le inesattezze della Presidente Proietti

Le recenti dichiarazioni della Presidente Proietti in merito alla Zona Economica Speciale (ZES) umbra sollevano, a nostro avviso, una serie di inesattezze concettuali e interpretative che meritano una corretta e approfondita disamina.
In qualità di rappresentanti regionali della Lega, riteniamo fondamentale chiarire, con rigore tecnico, la complessa architettura normativa che disciplina la ZES e demistificare narrazioni che rischiano di generare aspettative irrealistiche e, conseguentemente, frustrazioni nel tessuto economico e sociale umbro.
L’errore di prospettiva risiede nella percezione, a tratti diffusa, di una presunta autonomia decisionale regionale nella definizione del perimetro geografico della ZES.

In realtà, la delimitazione delle aree beneficiarie del credito d’imposta è un processo intrinsecamente legato all’iter di approvazione degli aiuti di Stato da parte della Commissione Europea, nel quadro della Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027.

Questa Carta, lungi dall’essere un mero atto formale, rappresenta un accordo quadro vincolante che stabilisce i criteri e i limiti entro i quali le Regioni possono operare.

I parametri che determinano l’ammissibilità di un Comune all’interno della ZES non sono frutto di scelte arbitrarie, ma sono rigorosamente ancorati agli orientamenti dell’Unione Europea in materia di aiuti di Stato.

Questi orientamenti si basano su indicatori socio-economici, la considerazione della continuità territoriale e, soprattutto, il limite demografico imposto dalla normativa europea, specificamente l’articolo 107, paragrafo 3, lettera c, del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (Tfue).

Questa risorsa, assegnata a livello nazionale e poi distribuita tra le Regioni, è una quantità finita e non può essere incrementata unilateralmente.

Tentare di includere Comuni non conformi ai parametri europei, al di là di questa allocazione, significherebbe violare gli obblighi assunti nei confronti dell’Unione.

Qualora si intendesse modificare l’attuale perimetro, un’operazione di tale portata richiederebbe un processo complesso e coordinato a livello nazionale.
Il Governo dovrebbe valutare la proposta regionale, condividerla con le altre Regioni coinvolte e, solo successivamente, sottoporla alla Commissione Europea per l’approvazione.
Un’azione unilaterale da parte della Regione, ignorando il quadro normativo nazionale ed europeo, non solo sarebbe inefficace, ma rischia di compromettere l’intero sistema degli aiuti di Stato.
La recente iniziativa legislativa A.

C.

2668, che prevede l’estensione della ZES alle Marche e all’Umbria, deve essere interpretata con cautela.

Non si tratta di un’assegnazione automatica di incentivi fiscali a tutti i Comuni umbri, bensì di una semplificazione amministrativa che riguarda l’intero territorio della ZES.
La fruizione effettiva del credito d’imposta rimane strettamente legata all’ammissibilità secondo i criteri dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c, del Tfue.

Con tutto il rispetto, invitiamo la Presidente Proietti a privilegiare un approccio basato sulla competenza tecnica e sulla profonda conoscenza della normativa europea.

La comprensione degli strumenti di politica economica regionale è un prerequisito fondamentale per la tutela degli interessi dell’Umbria.

Rigore istituzionale, capacità negoziale e un approccio pragmatico sono gli strumenti essenziali per affrontare le sfide del futuro, evitando promesse infondate e narrazioni semplicistiche che rischiano di danneggiare la credibilità della nostra Regione.

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