La recente istituzione della Zona Economica Speciale (ZES) in Umbria, con l’introduzione di crediti d’imposta incentivanti e una semplificazione delle procedure amministrative, presenta un’opportunità cruciale per lo sviluppo economico regionale.
Tuttavia, l’attuale distribuzione dei benefici, che privilegia significativamente la provincia di Perugia, rischia di compromettere l’effettiva realizzazione degli obiettivi di crescita e coesione territoriale.
La decisione di estendere le agevolazioni fiscali a 37 comuni umbri, come indicato da una delibera regionale del 2022 antecedente alla ZES, ha creato una situazione complessa.
Sebbene l’intento fosse quello di supportare aree specifiche, l’applicazione indiscriminata delle misure all’interno del quadro della ZES, con una ripartizione che vede la provincia di Perugia accaparrarsi due terzi dei benefici e Terni solo un terzo, genera un disequilibrio che richiede un’immediata revisione.
La disparità attuale – 34 comuni perugini a fronte di soli tre ternani (Terni, Narni e San Gemini) – ignora le reali potenzialità di aree vitali come l’Orvietano e la Valnerina, lasciandole penalizzate e ostacolandone lo sviluppo.
Questo squilibrio non solo incide negativamente sulla competitività della provincia di Terni, ma rischia anche di ampliare il divario economico esistente tra le due province, minando la coesione regionale.
È imperativo che la Regione Umbria si faccia promotrice di un’azione concertata con il Governo centrale per una redistribuzione più equa e mirata degli incentivi ZES.
Questa revisione non deve limitarsi a una mera ripartizione numerica, ma deve tener conto delle specificità territoriali, dei settori produttivi chiave e delle reali esigenze di sviluppo di ciascuna area.
Un approccio strategico richiederebbe un’analisi approfondita dei fabbisogni locali, un coinvolgimento attivo delle imprese e delle comunità, e un monitoraggio costante dei risultati ottenuti.
La ZES rappresenta un volano di crescita potenziale per l’intera regione Umbria.
Per sfruttare appieno le opportunità offerte, è necessario superare le distorsioni attuali e garantire che i benefici siano distribuiti in modo organico e funzionale, favorendo un sviluppo armonico e sostenibile per l’intera provincia di Terni, integrato nel contesto regionale.
La revisione della ripartizione dei comuni ammessi non è solo una questione di giustizia territoriale, ma una condizione essenziale per il futuro economico dell’Umbria.








