Zes Umbria: Terni chiede trasparenza e equità regionale

Il Consiglio Provinciale di Terni ha espresso con unanime consenso una forte posizione in merito alla Zona Economica Speciale (Zes), attraverso una mozione presentata dal gruppo di centrosinistra e argomentata dal capogruppo Marsilio Marinelli.

La decisione riflette una profonda preoccupazione per le disparità territoriali emerse nella distribuzione dei benefici previsti dalla Zes in Umbria, sollevando interrogativi cruciali sulla trasparenza e l’equità dei criteri decisionali regionali.
La mozione impone al Presidente della Provincia l’obbligo di avviare un confronto formale con la Presidente della Regione Umbria e con la Giunta Regionale, al fine di ottenere una completa e dettagliata spiegazione dei criteri utilizzati per definire la mappatura territoriale ai fini dell’applicazione della Carta aiuti regionale 2022-2027.

Questa mappatura, che esclude ingiustificatamente ben 55 comuni su 92 e, di conseguenza, una porzione considerevole della popolazione umbra, appare profondamente distorsiva.
Si richiede con urgenza un intervento incisivo da parte della Regione Umbria, diretto al Ministero competente, con l’obiettivo di includere l’intero territorio umbro, e in particolare quello della provincia di Terni, all’interno delle “zone 107.
c3c”, aree che consentono l’erogazione di aiuti di Stato a finalità regionale.

Il Presidente della Provincia è incaricato di perseguire questo obiettivo a tutti i livelli istituzionali, agendo con la massima determinazione.

Il nodo centrale della questione risiede nella mancanza di chiarezza e trasparenza dei criteri che hanno portato alla frammentazione territoriale, escludendo aree vitali come l’Orvietano e la Valnerina, e i comuni colpiti dal sisma 2016, privandoli dei benefici previsti dalla normativa Zes.

Francesco Maria Ferranti, Vice Presidente e capogruppo di Forza Italia, ha evidenziato una significativa disomogeneità nella ripartizione dei comuni ammessi alla Zes: su 37 totali, ben 34 si concentrano nella provincia di Perugia, mentre solo 3 appartengono alla provincia di Terni.
Tale distribuzione non rispecchia la ripartizione ideale, che prevedeva un rapporto di 2/3 a Perugia e 1/3 a Terni, e solleva dubbi sulla corretta applicazione dei principi di equità territoriale.

Il Presidente Stefano Bandecchi ha stigmatizzato la scelta come gravemente penalizzante per la provincia di Terni, sottolineando come le sue problematiche siano intrinsecamente più complesse e urgenti rispetto a quelle di Perugia.

Ha criticato aspramente le precedenti e attuali scelte politiche regionali, evidenziando una tendenza a favorire la provincia di Perugia a scapito di Terni.

Bandecchi ha inoltre sollevato una questione di carattere più ampio, che va oltre la mera politica: una verifica delle dinamiche interne alla dirigenza regionale, delle modalità di scelta e delle procedure operative, ritenute opache e potenzialmente distorsive.
L’obiettivo è garantire una gestione più trasparente e orientata al benessere di tutta la regione, evitando scelte arbitrarie che perpetuino le disuguaglianze territoriali e limitino lo sviluppo economico di aree cruciali come la provincia di Terni.
La mozione si configura quindi come un appello alla responsabilità istituzionale e un invito a una revisione profonda delle politiche regionali.

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