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La cultura del calcio, il dolore e la speranza dopo Ilaria Sula

L’eco dei funerali di Ilaria Sula ancora risuona forte nella memoria collettiva, suscitando in molti un sentimento di commozione e profondo dolore.

Quell’accaduto è uno shock che ha colpito la comunità sportiva e non solo, poiché ciò che è successo non è legato a fatti occasionali ma si inserisce nel contesto più ampio della cultura del calcio e delle sue radici profonde e complesse.

La reazione ufficiale del Sporting Terni, con il presidente Maurizio Gambino a parlare con l’ANSA, rappresenta un momento di grande importanza.
Il dirigente squalificato, che ha rivolto frasi offensive ad un’arbitra facendo riferimento al tragico evento della studentessa Ilaria Sula vittima di femminicidio, è stato oggetto delle più severe sanzioni dalla FIGC.
Le parole del presidente Gambino, pronunciate a titolo personale e ufficiale per conto della società, sono un chiaro segnale che il Sporting Terni si dissoci da tale comportamento inaccettabile.

Il disagio e la rabbia che pervadono le comunità calcistiche di tutta Italia sono espressione di un moto di solidarietà e condanna verso ciò che è accaduto.
Tuttavia, non possiamo far finta che sia soltanto questione di sport o addirittura di un errore commesso da un singolo individuo.

Si tratta di qualcosa di più profondo: siamo tutti chiamati a riflettere su quella cultura del calcio e delle sue radici, sulle responsabilità che abbiamo come società e comunità in generale.
L’istinto della competizione e l’intreccio tra i mondi del calcio e quelli istituzionali non sempre è in grado di produrre buoni risultati.
È possibile pensare a ciò che è accaduto alla studentessa Ilaria Sula come ad un caso emblematico della necessità che si produca una reale e profonda modifica nella cultura del calcio.
Solo il cambio culturale potrà produrre una radicale inversione di tendenza.
In questo senso, ci auguriamo che le parole di condanna e solidarietà pronunciate dalle varie società possano tradursi in azioni tangibili verso l’integrazione dei giovani, della loro formazione culturale e la promozione dell’istruzione.

In questo modo, il calcio potrà diventare un ambiente di integrazione e di crescita per tutti i giovani indipendentemente da ciò che stanno vivendo a casa.
Tuttavia, è necessario guardare anche all’interno delle nostre società e nelle istituzioni sportive.

Si deve verificare il fatto se ci siano responsabilità in capo ai dirigenti che hanno prodotto questo clima culturale dentro le loro squadre.

È il momento di una profonda riflessione su come agire per un cambiamento profondo.
Tuttavia, non dobbiamo farci trascinare dall’illusione e dalle parole soltanto; siamo chiamati a produrre una vera trasformazione.
Il calcio deve diventare l’esempio di ciò che possiamo ottenere se ci raccoglieremo attorno alla crescita culturale dei giovani.

Nonostante il dolore e la sorpresa causata dalla squalifica del dirigente, il fatto che il presidente del Sporting Terni abbia espresso una totale disapprovazione di ciò avvenuto rappresenta un passo importante verso questa nuova strada.

È necessario continuare in questo cammino per produrre il cambiamento auspicato.

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