Il mercato del petrolio ha subito un impennata significativa a New York, con una crescita delle quotazioni dello 0,84% che porta il prezzo di un barile di petrolio a 62,79 dollari. Questo aumento è stato alimentato da una combinazione di fattori, tra cui la domanda in crescita nel mercato asiatico e le previsioni del Bureau of Labor Statistics (BLS) secondo cui l’inflazione negli Stati Uniti si prevede che resti bassa per il resto dell’anno. Inoltre, la decisione del Governatorato di Dubai di ridurre gli scambi con l’Iran ha ulteriormente aggravato le già strette forniture petrolifere mondiali. I detentori di petrolio a basso costo come i produttori russi e sauditi si sono impegnati in una serie di negoziazioni segrete per stabilizzare il prezzo del petrolio, ma finora non hanno raggiunto un accordo concreto. L’incremento del 4,3% delle esportazioni cinesi di carburante e lubrificanti ha contribuito a mantenere le forniture al di sopra della domanda, sebbene i consumatori internazionali siano sempre più consapevoli della dipendenza energetica e stanno iniziando a cercare alternative al petrolio. In Europa, il leader dei lavoratori petroliferi ha avvertito che il prezzo del petrolio potrebbe ancora subire un impatto significativo dal rilascio di dati sulla crescita economica dell’Unione Europea, sebbene i detentori del petrolio abbiano espresso la loro fiducia nella capacità dei governi europei di gestire gli shock economici.