Firmato l’accordo per l’inclusione scolastica: Pianezza Comune capofila

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Otto Comuni e la Città Metropolitana insieme per garantire pari opportunità agli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali.

È stato siglato a Pianezza un accordo di programma triennale che unisce Comuni, scuole, enti sanitari e associazioni del territorio con un obiettivo chiaro: rendere la scuola un luogo accessibile e inclusivo per tutti. Il progetto coinvolge i Comuni di Pianezza, Alpignano, Druento, Venaria Reale, Givoletto, La Cassa, San Gillio e Valdellatorre, con il sostegno della Città Metropolitana di Torino, del CISSA, dell’ASL TO3 e delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, dagli asili nido alle scuole superiori.


Cosa prevede l’accordo

Il patto prevede azioni concrete per favorire l’inclusione scolastica e formativa degli studenti con disabilità o con bisogni educativi speciali:

  • servizi educativi e assistenziali personalizzati
  • fornitura di ausili didattici e attrezzature specifiche
  • percorsi di autonomia personale
  • abbattimento delle barriere architettoniche
  • trasporto scolastico dedicato
  • accesso prioritario a nidi e centri estivi comunali

La novità più significativa è l’introduzione sperimentale dell’educatore di plesso, una figura trasversale che affiancherà più classi, favorendo l’inclusione durante momenti di studio e socialità.


Le dichiarazioni

«Questo accordo è la prova concreta di una rete territoriale che crede nell’inclusione come valore fondante» – ha sottolineato il sindaco Antonio Castello – «abbiamo lavorato con determinazione per coordinare un percorso che unisce enti locali, scuole e servizi sanitari in un impegno comune».

Per l’assessore alle Politiche Sociali Lucianella Presta, l’introduzione dell’educatore di plesso rappresenta «una risposta innovativa e flessibile, capace di intercettare i bisogni reali di bambini e ragazzi. È un patto di responsabilità collettiva che ci rende orgogliosi».


Un modello replicabile

Il nuovo accordo, nato dalla collaborazione tra istituzioni scolastiche, Comuni e realtà sanitarie, si propone come un esempio virtuoso da replicare anche in altri territori. L’impegno comune è garantire che nessuno studente resti indietro, trasformando l’inclusione in un principio operativo e quotidiano.