Alessandria: Fotografia e Mistero al Museo Greco-Romano

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Alessandria, crocevia di sguardi: ‘Geografia e mistero’ al Museo Greco-RomanoIl Museo Greco-Romano di Alessandria d’Egitto, scrigno di storia e testimonianza di un passato imperiale, si configura quest’estate come palcoscenico di un dialogo contemporaneo tra fotografia e geografia.

Dal 1° al 20 settembre, la mostra “Geografia e mistero” accoglie le opere di Marina Ballo Charmet e Stefano Cagol, un binomio artistico promosso dall’Istituto Italiano di Cultura del Cairo e curato da Alessandro Castiglioni in collaborazione con Art Art d’Égypte.

Lungi dall’essere una semplice esposizione fotografica, “Geografia e mistero” si presenta come un’indagine complessa sull’identità del Mediterraneo, un mare che per millenni ha rappresentato un crocevia di culture, un ponte tra continenti e un teatro di scontri e scambi.

Ballo Charmet e Cagol, due figure di spicco della fotografia italiana contemporanea, affrontano il tema geografico non con l’approccio oggettivo della mera documentazione, ma con un’attenta e sensibile introspezione.

Le loro immagini trascendono la mera rappresentazione fisica del paesaggio, immergendosi nelle stratificazioni storiche, archeologiche e simboliche che lo definiscono.

Castiglioni, nel suo contributo critico, sottolinea come l’abilità distintiva di questi due artisti risieda nella loro capacità di “investigare i luoghi”, svelandone le complesse dinamiche tra passato e presente, tra natura e costruzione umana.

La scelta del Museo Greco-Romano di Alessandria, con la sua ricca eredità di mosaici, sculture e vestigia di un’epoca cosmopolita, amplifica ulteriormente il significato dell’esposizione, invitando il visitatore a un viaggio nel tempo e nello spazio.

La mostra si pone in continuità con una riflessione più ampia sul ruolo della geografia nell’era contemporanea.

Se in passato la geografia era principalmente intesa come disciplina scientifica volta alla descrizione e alla misurazione del territorio, oggi essa assume una dimensione più filosofica ed esistenziale.
Le pratiche geografiche si configurano come atti di conoscenza, di scoperta e, soprattutto, di consapevolezza del nostro posto nel mondo.

L’atto di osservare, documentare e interpretare il paesaggio diventa un atto di amore, un tentativo di comprendere la fragilità e la bellezza del nostro pianeta.
“Geografia e mistero” non è quindi solo una mostra di fotografia, ma un invito a riscoprire il Mediterraneo, un mare che continua a ispirare, a sfidare e a interrogarci sulla nostra identità e sul futuro del nostro mondo.

Un’occasione per contemplare la complessa relazione tra uomo e ambiente, tra memoria e sguardo, tra passato e futuro.

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