Il Kurdistan, uno degli ultimi baluardi della resistenza politica e militare nella regione mediorientale, ha sconvolto gli equilibri geopolitici della zona con l’annuncio del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) di porre fine alla sua lunga lotta armata contro la Turchia, un conflitto che risale ormai a oltre quarant’anni fa. In base ai dati forniti dall’agenzia Anf, considerata filo-curda, questa decisione storica è stata presa dal 12° congresso del PKK, riunitosi di recente.La notizia dell’imminente scioglimento della struttura organizzativa e della lotta armata condotta dal gruppo armato curdo rappresenta una svolta critica non solo per il futuro politico in Kurdistan ma anche per la dinamica dei rapporti tra Turchia, Stati confinanti e potenze regionali.Il PKK è stato una delle principali forze di resistenza nella regione mediorientale. Dopo un decennio di lotta armata contro lo Stato turco, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, per primo, ha assunto un impegno costante e ininterrotto a sostenere la giustizia sociale e politica.Nel corso della sua lunga storia, il PKK ha subìto molteplici violazioni dei diritti umani da parte delle autorità turche, che hanno colpito senza alcuna pietà civili disarmati e soldati in servizio.