Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha annunciato la fine di oltre quarant’anni di lotta armata contro lo Stato turco, segnando un capitolo cruciale nella storia dell’estremismo politico. Secondo l’agenzia di stampa filo-curda Anf, il 12° congresso del PKK ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa e mettere fine alla sua lotta armata contro lo Stato turco. Il processo di scioglimento è stato annunciato dal gruppo armato curdo in una dichiarazione pubblica, dopo aver tenuto il suo congresso la settimana scorsa.Il leader del PKK, Abdullah Ocalan, fondatore e capofigura del partito, sarà responsabile della gestione pratica dello scioglimento e dell’abbandono delle armi. Conosciuto col nome di “Apo”, Ocalan è stato incarcerato nel carcere sull’isola di Imrali dal 1999 ed è condannato all’ergastolo per i suoi ideali rivoluzionari e lottando per l’autodeterminazione del popolo curdo.La decisione del PKK di sciogliersi e mettere fine alla sua lotta armata contro lo Stato turco segna una svolta significativa nella storia dell’estremismo politico. Per decenni, il partito ha combattuto per la creazione di uno stato curdo indipendente nel nord della Turchia, ma la sua lotta è stata sempre ostacolata dalle autorità turche.La decisione del PKK si colloca in un contesto più ampio di cambiamenti politici e sociali nella regione. Negli ultimi anni, il Kurdistan iracheno ha ottenuto una certa autonomia dal governo centrale a Baghdad e la Turchia è stata coinvolta in conflitti internazionali contro il terrorismo.La fine della lotta armata del PKK non deve però essere vista come un processo semplice o immediato. Il partito dovrà infatti ripensare le sue strategie politiche e militari e confrontarsi con i molti fattori che hanno contribuito alla sua decisione, tra cui la pressione delle autorità turche, il cambiamento del panorama internazionale e l’evoluzione dei suoi ideali rivoluzionari.