Il dibattito sulla cittadinanza italiana, storicamente terreno di aspere divisioni politiche, sembra intraprendere una nuova direzione, con un approccio riformulato da Antonio Tajani. L’attuale Vicepresidente del Consiglio, segnando una sottile ma significativa evoluzione strategica, si mostra disposto a un dialogo più aperto con le componenti del centrodestra, auspicando un’analisi costruttiva sulla proposta di una riforma incentrata sull’importanza della formazione scolastica come criterio fondamentale per l’acquisizione della cittadinanza.La precedente rigidità, spesso percepita come un ostacolo al dialogo, lascia spazio a una riflessione più matura. Tajani, in un’intervista a Bruno Vespa, ha chiarito come lo *Ius Solis* – o meglio, la sua declinazione in forme diverse come lo *Ius Culturae* – non rappresenti una priorità assoluta, una sorta di “emergenza” da risolvere con urgenza. Tuttavia, ha sottolineato con forza che un centrodestra proiettato verso il futuro, un centrodestra che aspira a essere moderno e inclusivo, non può eludere la questione della cittadinanza e dei diritti connessi.Questa presa di posizione, lungi dal rappresentare una capitolazione, si inserisce in un contesto più ampio di necessità di ridefinizione dell’identità politica del centrodestra. Non si tratta di abbandonare i principi fondanti, ma di interpretare le esigenze del Paese con maggiore flessibilità e lungimiranza. La formazione scolastica, in particolare, emerge come un elemento chiave per garantire una cittadinanza consapevole, responsabile e integrata nel tessuto sociale. Un cittadino che abbia investito tempo ed energie nell’istruzione, che abbia sviluppato competenze e valori fondamentali, è intrinsecamente più propenso a partecipare attivamente alla vita democratica e a contribuire al progresso del Paese.L’affermazione finale, “Detto questo, figurarsi se faccio una minima azione che possa mettere in difficoltà il centrodestra, ho raccolto l’eredità di Berlusconi”, riflette una profonda consapevolezza del ruolo politico e della necessità di preservare la coesione all’interno della coalizione di governo. Si tratta di un’eredità complessa, intrisa di pragmatismo e di una profonda conoscenza dei meccanismi del potere. Tajani sembra voler onorare questa eredità attraverso un approccio che coniughi fermezza ideologica e apertura al dialogo, evitando azioni che possano destabilizzare l’azione di governo e compromettere la stabilità politica del Paese. L’obiettivo non è la concessione ideologica, ma la costruzione di un consenso ampio e duraturo su una questione delicata e cruciale per il futuro dell’Italia.