cityfood
cityeventi
sabato 25 Ottobre 2025

Assenza in Israele: un segnale di allarme sul diritto internazionale.

La mia assenza dalla prossima visita istituzionale in Israele, su invito formale della Knesset, non è una rinuncia occasionale, ma una presa di posizione conseguente a profonde preoccupazioni.
Un gesto che, in accordo con le istanze del Partito Democratico a livello nazionale, riflette una valutazione critica del contesto politico attuale e delle reali prospettive di un dialogo costruttivo.

L’approvazione di provvedimenti legislativi che sanciscono *de facto* l’annessione di porzioni di territorio palestinese, come la recente legge in discussione per la Cisgiordania, rappresenta una cesura drammatica e un’inaccettabile deviazione dal diritto internazionale.

Tale azione non solo mina la possibilità di una soluzione a due stati, ma erige barriere insormontabili a qualsiasi aspirazione di pace duratura.
Il diritto internazionale, fondato su principi di autodeterminazione e rispetto dei confini riconosciuti, viene sistematicamente messo in discussione, con implicazioni destabilizzanti per l’intera regione.
Oltre a questo atto legislativo gravissimo, apprezzo l’importanza di considerare le recenti, ripetute e inaccettabili aggressioni ai programmi e al personale delle Nazioni Unite, un’organizzazione che per decenni ha operato in Israele e nei territori palestinesi con l’obiettivo di mitigare le sofferenze umane e promuovere lo sviluppo.

Queste azioni, non solo denigrano il ruolo cruciale delle Nazioni Unite come mediatore imparziale e fornitore di aiuti umanitari, ma suggeriscono una preoccupante mancanza di rispetto per gli accordi e le convenzioni internazionali.
La mia decisione non è un gesto di isolamento, ma un segnale di allarme.

Il dialogo, per essere significativo, richiede un terreno comune, un reciproco riconoscimento dei diritti e una sincera volontà di rispettare il diritto internazionale.

Finché questo terreno non sarà presente, una visita istituzionale rischia di trasformarsi in un esercizio di propaganda privo di sostanza, che non contribuisce a risolvere le tensioni e le sofferenze che affliggono il popolo palestinese e la sicurezza di Israele.
Ritengo che il Parlamento Europeo, in quanto voce dei cittadini europei, abbia il dovere morale di non partecipare a eventi che legittimano *de facto* politiche in contrasto con i principi fondamentali della diplomazia, del rispetto dei diritti umani e della ricerca della pace.

Questa assenza è un invito a una riflessione più ampia, a un impegno più incisivo e a un sostegno più concreto per la creazione di un futuro di giustizia e sicurezza per tutti gli abitanti della regione.

Il silenzio, in questi momenti, sarebbe complice.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap