La Banca Centrale Europea ha nuovamente interrotto, con fermezza, la strada verso l’approvazione dell’emendamento proposto da Fratelli d’Italia alla manovra finanziaria riguardante le riserve auree detenute dalla Banca d’Italia.
Nonostante un tentativo di revisione formulativa, l’Eurotower mantiene la sua posizione di rifiuto, sottolineando l’opacità che ancora avvolge le intenzioni concrete alla base della proposta.
Il messaggio inviato al governo Meloni è chiaro: una revisione e una rielaborazione più approfondita dell’emendamento sono imprescindibili.
Il nuovo tentativo di formulazione, presentato a Francoforte il 4 dicembre, non ha dissipato i dubbi iniziali.
La mancanza di una relazione illustrativa che ne spieghi la *ratio*, la logica sottostante, contribuisce ad alimentare l’incertezza.
La BCE, che aveva già espresso riserve significative il 3 dicembre, ribadisce la sua contrarietà, manifestando una preoccupazione che va oltre la semplice conformità tecnica.
Sebbene Francoforte riconosca l’adozione di alcune modifiche che sembrano rispondere alle critiche sollevate in precedenza, in particolare il tentativo di allineamento con le disposizioni del Trattato che regolano la gestione delle riserve auree da parte degli Stati membri, la questione centrale della finalità rimane irrisolta.
La BCE teme, implicitamente, che la disposizione possa nascondere un’intenzione di eludere le regole europee o di introdurre un utilizzo delle riserve auree non conforme agli obblighi assunti dall’Italia in sede comunitaria.
La procedura seguita dalla BCE evidenzia l’importanza che l’istituzione attribuisce alla trasparenza e alla coerenza delle politiche finanziarie nazionali con il quadro normativo europeo.
La gestione delle riserve auree, in particolare, rappresenta uno strumento strategico per la stabilità finanziaria e per la capacità di un Paese di rispondere a crisi economiche.
Qualsiasi modifica alla normativa che le regola deve essere chiaramente motivata e conforme ai principi fondamentali del diritto europeo.
La posizione dell’Eurotower non è un mero tecnicismo burocratico, ma un segnale di allarme sulla necessità di un controllo rigoroso e di una condivisione delle intenzioni da parte degli Stati membri quando si tratta di gestire risorse finanziarie strategiche a livello europeo.
L’Italia è chiamata a dimostrare che la proposta di emendamento è finalizzata a garantire la stabilità finanziaria e a rispettare gli impegni assunti all’interno dell’Unione Europea, e a farlo con la massima trasparenza.




