La crisi delle dipendenze, una ferita aperta nel tessuto sociale italiano, emerge con forza dalla VII Conferenza nazionale, convocata a Roma presso l’Auditorium della Tecnica.
L’appello lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non è una semplice presa di posizione, ma una dichiarazione di emergenza, un monito che dipinge un quadro desolante di vite spezzate e di un’ombra incombente: quella della criminalità organizzata, che prospera sfruttando la vulnerabilità umana.
La drammaticità della situazione richiede un’inversione di rotta, un’azione concertata che trascenda le logiche di partito e coinvolga attivamente ogni livello istituzionale e ogni segmento della società civile.
Mattarella non intende quindi suggerire un intervento repressivo isolato, bensì sollecitare un “fronte di libertà”, un’iniziativa globale che ponga al centro la dignità della persona e la sua capacità di riscatto.
La presenza illustre di esponenti del Governo, come la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i Presidenti del Parlamento, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, e il Sottosegretario Alfredo Mantovano, sottolinea l’importanza strategica del tema e l’intenzione di tradurre l’appello del Capo dello Stato in azioni concrete.
Si tratta di un segnale che mira a rafforzare la collaborazione tra le diverse forze in campo, al fine di sviluppare politiche più efficaci e mirate.
L’analisi delle dipendenze non può limitarsi alla dimensione puramente sanitaria o alla mera repressione del traffico di sostanze.
Occorre comprendere le complesse dinamiche sociali, economiche e psicologiche che spingono individui, spesso giovani e fragili, verso l’abuso di sostanze.
Fattori come la povertà, la disoccupazione, la mancanza di opportunità educative e la marginalizzazione sociale agiscono come potenti acceleranti di questo fenomeno.
La risposta deve quindi essere multidimensionale: investimenti massicci in prevenzione, attraverso programmi educativi mirati nelle scuole e nelle comunità; potenziamento dei servizi di cura e riabilitazione, garantendo percorsi personalizzati e un supporto continuativo; promozione di opportunità di lavoro e di formazione professionale, offrendo alternative concrete all’illusione della facile ricchezza.
Parallelamente, è imperativo contrastare con fermezza l’attività delle organizzazioni criminali che alimentano il mercato della droga, attraverso un’azione di contrasto che si concentri non solo sulla repressione, ma anche sulla confisca dei beni e sulla riqualificazione dei territori ad esse collegati.
La sfida è ardua, ma non insormontabile.
Richiede un cambio di paradigma, un passaggio da una logica di controllo e punizione a una logica di cura e di reinserimento sociale.
Un impegno collettivo, un patto di responsabilità che coinvolga istituzioni, famiglie, scuole, associazioni e cittadini, è l’unica strada per restituire speranza e dignità a chi è intrappolato nella spirale della dipendenza e per liberare il Paese da questa piaga sociale.
L’appello del Presidente Mattarella rappresenta quindi un punto di partenza cruciale per una nuova stagione di impegno e di cambiamento.







