La Corte dei Conti Europea ha recentemente sollevato interrogativi significativi riguardo alla gestione finanziaria dell’Unione Europea, presentando una relazione annuale che, pur evidenziando alcuni progressi, continua a denotare criticità strutturali.
L’analisi dettagliata della spesa pubblica rivela un quadro complesso, caratterizzato da luci e ombre che richiedono un’attenta riflessione e un rafforzamento dei controlli interni.
Sebbene l’errore stimato complessivo sulla spesa pubblica abbia subito una diminuzione, passando dal 5,6% del 2023 al 3,6% nel 2024, tale miglioramento non occulta la persistenza di aree di vulnerabilità.
In particolare, il tasso di errore relativo alla spesa per la Coesione, fondamentale per ridurre i divari territoriali e promuovere lo sviluppo regionale, rimane elevato, attestandosi al 5,7% e segnalando la necessità di procedure più rigorose e una maggiore trasparenza nell’allocazione dei fondi.
Questa discrepanza sottolinea la difficoltà di garantire l’efficacia e l’efficienza degli interventi di politica di coesione, spesso soggetti a interpretazioni divergenti e a complesse dinamiche locali.
Il giudizio negativo emesso dalla Corte per il sesto anno consecutivo sulla gestione del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), il principale strumento di pianificazione finanziaria dell’UE, riflette preoccupazioni persistenti riguardo alla capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati e di garantire un utilizzo appropriato delle risorse.
Nonostante la valutazione positiva relativa a conti ed entrate, che denota una solida gestione in termini di riscossione e rendicontazione, il focus rimane sulla necessità di migliorare l’implementazione dei programmi e di rafforzare i meccanismi di controllo.
Un elemento di particolare allarme è rappresentato dall’aumento esponenziale del debito dell’Unione Europea.
Le proiezioni indicano che, al 2027, il debito complessivo potrebbe superare i 900 miliardi di euro, un incremento decuplicato rispetto al 2020.
Questa crescita vertiginosa comporta un onere finanziario considerevole, stimato in oltre 30 miliardi di euro per il pagamento degli interessi, un valore più del doppio di quanto preventivato dalla Commissione Europea.
L’aumento del debito, alimentato da politiche di sostegno economico e da nuove priorità strategiche, solleva interrogativi sulla sostenibilità finanziaria a lungo termine dell’Unione e richiede un’attenta valutazione del rapporto tra investimenti, crescita e gestione del rischio.
La Corte dei Conti Europea raccomanda pertanto una revisione sistematica delle procedure di controllo, una maggiore attenzione alla trasparenza e all’accountability nella gestione dei fondi europei e un impegno concreto per garantire la sostenibilità finanziaria dell’Unione, mitigando i rischi associati all’aumento del debito e massimizzando l’impatto degli investimenti a favore dei cittadini europei.
La sfida è quella di coniugare ambizione e responsabilità, perseguendo obiettivi strategici senza compromettere la solidità finanziaria dell’Unione Europea.