L’impegno per il disarmo, specialmente in relazione alle armi di distruzione di massa, ha rappresentato per decenni un pilastro delle relazioni internazionali, segnando periodi di relativa stabilità e spingendo verso trattati e accordi volti a limitarne la proliferazione.
Tuttavia, l’evoluzione geopolitica contemporanea, caratterizzata da crescenti tensioni e una rinnovata complessità degli equilibri di potere, rende imperativo un ripensamento profondo e un rinnovato slancio in questa direzione.
Il recente deterioramento del dialogo internazionale, l’emergere di nuovi attori con ambizioni strategiche e la revisione di precedenti accordi multilaterali sollevano serie preoccupazioni.
La mera prospettiva di un impiego, anche solo implicito, di armi nucleari in contesti di conflitto armato non è semplicemente una questione di politica estera o di sicurezza nazionale; essa incarna una minaccia esistenziale per l’intera umanità, configurandosi come un atto di inaccettabile barbarie.
Questa consapevolezza, ribadita con forza dal Presidente della Repubblica durante l’importante cerimonia di scambio di auguri a corpo diplomatico, non è un mero atto formale, bensì un appello urgente a riscoprire i principi fondamentali del diritto internazionale e della responsabilità collettiva.
Il rischio di una escalation incontrollata, innescata da errori di valutazione, da calcoli errati o da azioni irrazionali, è concreto e inaccettabile.
È essenziale recuperare un approccio basato sulla diplomazia, sulla trasparenza e sulla costruzione di un sistema di sicurezza condivisa.
Questo richiede un impegno concreto da parte di tutte le nazioni, mirando a ridurre le tensioni, a rafforzare i meccanismi di controllo e verifica, e a promuovere la consapevolezza dei pericoli che incombono.
La deterrenza nucleare, sebbene storicamente invocata come elemento stabilizzante, non può più costituire l’unica risposta alla complessità delle sfide globali.
È necessario esplorare alternative basate sulla cooperazione, sulla prevenzione dei conflitti e sulla promozione di una cultura della pace.
La dismissione progressiva degli arsenali nucleari, accompagnata da garanzie di sicurezza robuste e verificabili, deve rimanere un obiettivo primario, perseguito con determinazione e con la partecipazione attiva di tutti gli attori internazionali.
Il futuro dell’umanità dipende dalla nostra capacità di superare la logica distruttiva della corsa agli armamenti e di abbracciare un orizzonte di sicurezza e prosperità condivisa.





