“Durante l’ultima seduta del Consiglio dei Ministri, ho avuto modo di confrontarmi con il Ministro Giorgetti in merito a proposte riguardanti la tassazione dei cosiddetti “extraprofitti”.
La sua rassicurazione, per quanto accolta con sollievo, solleva una questione di principio che merita un’analisi più approfondita.
L’idea stessa di un’imposizione diretta su profitti inaspettati, a mio avviso, evoca modelli economici superati, reminiscenze di sistemi che non si adattano alla complessità e alla dinamicità del mercato odierno.
Credo fermamente che la via maestra non risieda nell’applicazione di misure coercitive, bensì in un dialogo costruttivo e mirato.
Un intervento fiscale generalizzato rischia di generare distorsioni, disincentivare gli investimenti e soffocare l’innovazione, con ripercussioni negative sull’intero sistema economico.
Al contrario, un approccio collaborativo, fondato sulla condivisione di obiettivi e responsabilità, può rivelarsi molto più efficace.
Siamo attivamente impegnati in discussioni con il settore bancario e assicurativo, sollecitando un contributo proattivo alla definizione della manovra finanziaria.
Questo non implica un’imposizione, ma piuttosto una ricerca congiunta di soluzioni sostenibili e condivise, che tengano conto delle specificità di ciascun comparto e degli obiettivi di politica economica nazionale.
È fondamentale distinguere tra una scelta condivisa, frutto di un processo partecipativo e trasparente, e un’imposizione arbitraria, percepita come una misura punitiva e potenzialmente destabilizzante.
Quest’ultima, in particolare, rischia di alimentare incertezza e di scoraggiare gli operatori economici, compromettendo la competitività del Paese.
La fiducia è un elemento imprescindibile per la crescita e la prosperità, e misure che la minacciano devono essere evitate.
L’obiettivo deve essere quello di creare un ambiente favorevole agli investimenti, incentivando la crescita e la creazione di posti di lavoro, senza ricorrere a strumenti che rischiano di soffocare l’iniziativa privata e di generare effetti indesiderati sul tessuto economico nazionale.
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