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martedì 18 Novembre 2025

Guerra Ibrida: Il Piano Difesa per un Nuovo Scenario di Minacce

Il documento del Ministero della Difesa, delineato come “non-paper” e recentemente discusso nel Consiglio Supremo di Difesa, traccia un’architettura strategica per affrontare le sfide poste dalla guerra ibrida, un fenomeno che trascende le tradizionali distinzioni tra conflitto bellico e pace.

Lungi dall’essere una semplice rielaborazione di tattiche esistenti, la proposta mira a costruire una capacità cyber-civile-militare integrata, un ecosistema dinamico capace di rispondere a una minaccia poliedrica e in continua evoluzione.

L’approccio proposto non si limita alla creazione di un mero “Centro per il contrasto alla guerra ibrida,” ma suggerisce la nascita di un fulcro operativo che agisca da piattaforma di coordinamento e sviluppo, connettendo competenze civili e militari.
Questo centro dovrebbe incarnare un modello di “intelligence-led,” focalizzato sull’analisi predittiva e la comprensione profonda delle dinamiche di conflitto.
La specializzazione delle Forze Armate nell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) rappresenta un pilastro fondamentale.
Non si tratta solo di automatizzare compiti esistenti, ma di sfruttare l’IA per amplificare le capacità decisionali, accelerare l’elaborazione di informazioni critiche e sviluppare contromisure innovative contro le minacce emergenti.

L’IA, integrata in tutti i livelli operativi, dovrebbe potenziare il vantaggio informativo e la capacità di adattamento.

La protezione della “supply chain” assume un ruolo cruciale.

La guerra ibrida spesso sfrutta le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento globali, compromettendo infrastrutture critiche e destabilizzando economie.
Rafforzare la resilienza e la sicurezza delle supply chain significa non solo proteggere beni materiali, ma anche garantire la continuità operativa di settori vitali, dalla produzione di energia alla distribuzione di cibo.
Questo implica la verifica rigorosa dei fornitori, l’adozione di tecnologie di tracciamento e la creazione di piani di contingenza.

Un elemento distintivo della proposta è l’enfasi sulla formazione anti-minacce cognitive.

La guerra ibrida non si combatte solo con armi fisiche o digitali, ma anche attraverso la manipolazione dell’opinione pubblica, la disinformazione e la polarizzazione sociale.
Formare il personale militare e civile a riconoscere e contrastare queste minacce cognitive è essenziale per preservare la fiducia del pubblico e la stabilità democratica.
Ciò include lo sviluppo di competenze in analisi critica, alfabetizzazione mediatica e riconoscimento di tecniche di propaganda.

Infine, le esercitazioni in attività cyber-elettromagnetiche non devono limitarsi a scenari predefiniti.
Devono evolvere costantemente per replicare la complessità e l’imprevedibilità della guerra ibrida, coinvolgendo attivamente il settore privato e le agenzie governative.
L’obiettivo è creare un sistema di risposta rapido e flessibile, capace di adattarsi a nuove minacce e di coordinare efficacemente le risorse disponibili.

Un focus particolare deve essere posto sullo sviluppo di capacità di resilienza e ripristino rapido in caso di attacchi.
Il concetto di “cyber-elettromagnetic spectrum dominance” va ridefinito in termini di capacità di mantenere la funzionalità operativa in un ambiente contestato.

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