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Internati Militari: Memoria, Ribellione e il Coraggio del Dissenso

La Giornata nazionale degli Internati Militari nei campi di concentramento tedeschi rappresenta un momento di profonda riflessione e riconsegna di memoria, un atto di giustizia riparatrice nei confronti di figure esemplari la cui storia, per decenni, fu deliberatamente appiattita e relegata in un angolo oscuro del nostro passato.
Non si tratta semplicemente di commemorare un evento storico, ma di onorare il valore etico e politico di un dissenso coraggioso, un “no” pronunciato con voce ferma e consapevole, che costò a quegli uomini un prezzo incommensurabile: l’esclusione, la sofferenza, la perdita della libertà, l’umiliazione nei campi di concentramento.

Questi uomini, militari di diverse armi e gradi, si opposero con la loro azione al regime di Salò, al governo fantoccio collaborazionista che perpetuava l’orrore nazifascista.
La loro ribellione non fu un atto impulsivo, ma la conseguenza di una profonda crisi di coscienza, di un’intima convinzione che la dignità nazionale e i valori fondamentali della Repubblica fossero calpestati e corrotti.

Mentre il vertice dello Stato legittimo, ormai dissolto, non poteva intervenire, questi militari assunsero la responsabilità di incarnare la vera essenza dell’amor di Patria, di difenderla con ogni mezzo, anche a costo della propria vita.

La loro resistenza, spesso silenziosa e sotterranea, si manifestò con azioni concrete: sabotaggi, diffusione di informazioni, aiuto ai perseguitati, rifiuto di obbedire ad ordini ingiusti.
Furono imprigionati, torturati, internati in campi di concentramento dove subirono condizioni disumane.

Al termine del conflitto, anziché essere riconosciuti come eroi, furono oggetto di un’involontaria, ma profonda, marginalizzazione.

La ricostruzione del Paese, la necessità di una rapida riconciliazione, la pressione politica e ideologica del momento, portarono a un silenzio che offuscò la loro storia e ne impedì una piena rivalutazione.
Questa Giornata, promossa con forza dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non è solo un atto di memoria, ma un monito per le generazioni future.
È un invito a vigilare sulla salvaguardia dei valori democratici, a non dimenticare gli orrori del passato, a difendere la libertà e la giustizia con coraggio e determinazione.

È un’occasione per riflettere sulla responsabilità individuale e collettiva di fronte all’oppressione e all’ingiustizia, e per celebrare il valore inestimabile di chi, con il proprio esempio, ha saputo incarnare il vero spirito di resistenza e di amore per la Patria, anche quando tutto sembrava perduto.
È un richiamo all’importanza del dissenso costruttivo, della voce critica, come pilastri fondamentali di una società libera e giusta.

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