Il Consiglio Supremo di Difesa ha ribadito con forza l’impegno incondizionato dell’Italia a fianco dell’Ucraina, un sostegno che si concretizza non solo in assistenza materiale, ma in una visione strategica volta a preservare la sua sovranità e integrità territoriale.
Il recente dodicesimo decreto di aiuti militari rappresenta un tassello fondamentale di questa politica, ma si inserisce in un quadro di azioni più ampio e articolato.
L’Italia considera imprescindibile la collaborazione con le istituzioni europee e la NATO per rafforzare la resilienza dell’Ucraina.
Questo sforzo congiunto si estende alla condivisione di informazioni, all’addestramento del personale ucraino e alla fornitura di equipaggiamenti essenziali, mirando a consolidare le capacità difensive del Paese e a mitigarne la vulnerabilità.
Oltre all’immediato sostegno bellico, il Consiglio ha evidenziato la necessità di una pianificazione proattiva per la futura ricostruzione dell’Ucraina.
Questa prospettiva non si limita alla mera riparazione delle infrastrutture distrutte, ma include il sostegno alla riforma delle istituzioni, alla promozione dello stato di diritto, alla ripresa economica e alla riconciliazione sociale.
Si tratta di un impegno pluriennale che richiederà un coordinamento internazionale e un coinvolgimento attivo della società civile.
Il comunicato del Quirinale sottolinea l’importanza di affrontare le cause profonde del conflitto, promuovendo il dialogo e la diplomazia per raggiungere una soluzione pacifica e duratura.
L’Italia si impegna a sostenere gli sforzi internazionali volti a garantire la sicurezza e la stabilità nella regione, contribuendo alla creazione di un ordine internazionale basato sul rispetto del diritto internazionale e dei principi fondamentali della democrazia.
Il sostegno all’Ucraina non è solo un atto di solidarietà, ma una difesa dei valori condivisi e un investimento nella sicurezza europea.
L’impegno italiano si proietta verso un futuro in cui l’Ucraina possa riprendere il suo percorso di sviluppo, contribuendo alla prosperità e alla stabilità del continente.
La ricostruzione dovrà essere inclusiva, sostenibile e attenta alla tutela del patrimonio culturale e delle identità locali, per evitare di perpetuare le disuguaglianze e le tensioni che hanno contribuito al conflitto.








