lunedì 8 Settembre 2025
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Mattarella e la politica alla canonizzazione di Frassati e Acutis

Sotto la volta maestosa di Piazza San Pietro, l’aria vibrava di una solennità particolare.

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, si ergeva sul sagrato, figura emblematica della democrazia repubblicana immersa in un contesto di fede e devozione.

Non era una presenza di circostanza, ma il simbolo di un legame profondo tra lo Stato e la Chiesa, un’intersezione che si manifestava in un evento di portata storica: la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, due giovani italiani che incarnano ideali di impegno sociale, fede autentica e testimonianza generosa.
Accompagnava il Presidente una delegazione istituzionale di rilievo.
Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati, rappresentava il potere legislativo, l’eco delle voci e delle istanze che animano il Parlamento.

Alfredo Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, testimoniava l’attenzione del governo verso questo momento di celebrazione nazionale, un’occasione per riflettere sui valori che guidano la comunità italiana.
E Pier Ferdinando Casini, figura storica della politica italiana, aggiungeva un ulteriore strato di significato, la continuità di un impegno civile e morale che si tramanda nel tempo.

La presenza di queste figure non era meramente formale.
La canonizzazione di Frassati e Acutis, infatti, offre un’opportunità unica per una riflessione più ampia sul ruolo della fede nella società contemporanea, sull’importanza dell’impegno civile e sulla responsabilità che ogni individuo ha verso gli altri.
Pier Giorgio Frassati, studente universitario impegnato nel volontariato sociale, aveva incarnato un ideale di fede operosa, una risposta concreta alle sofferenze del suo tempo.
Carlo Acutis, giovane beato per la sua intensa spiritualità e la sua capacità di utilizzare la tecnologia per diffondere il Vangelo, rappresentava una sfida per le nuove generazioni, invitandole a coniugare fede e innovazione, tradizione e progresso.

Il significato di tale evento si estendeva ben oltre le mura della Basilica di San Pietro.

Si trattava di un messaggio di speranza e di ispirazione per un’Italia spesso provata da difficoltà economiche e sociali.
La figura dei due giovani santi, esempi di virtù e di dedizione, invitava a riscoprire il valore del servizio al prossimo, della solidarietà, della compassione.
La canonizzazione, inoltre, poneva l’accento sulla necessità di un dialogo costruttivo tra la Chiesa e le istituzioni civili, un dialogo improntato al rispetto reciproco e alla ricerca del bene comune.
La presenza del Presidente della Repubblica e degli altri rappresentanti dello Stato sottolineava l’importanza di questo dialogo, un dialogo che può contribuire a rafforzare il tessuto sociale e a promuovere una cultura di pace e di giustizia.
In definitiva, la celebrazione in Piazza San Pietro era molto più di una semplice cerimonia religiosa.
Era un momento di riflessione profonda sui valori che guidano la società italiana, un’occasione per riscoprire il significato della fede e dell’impegno civile, un invito a costruire un futuro più giusto e solidale per tutti.
Un futuro ispirato dall’esempio luminoso di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, due giovani che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia italiana e universale.

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