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Occhiuto riconfermato: una vittoria a ostacoli per la Calabria.

L’esito delle elezioni regionali calabresi del 2024 ha sancito un risultato inatteso e complesso, segnando una svolta significativa nel panorama politico regionale.
Roberto Occhiuto, al culmine di un’esperienza amministrativa turbolenta e segnata da ombre giudiziarie, ha riconquistato il ruolo di Presidente, infrangendo una tendenza consolidata: negli ultimi venticinque anni, il regionalismo calabrese non aveva visto un Presidente uscente riconfermato.

La sua vittoria non può essere interpretata come un mero atto di fiducia popolare.
Si tratta, piuttosto, di una complessa miscela di fattori che riflettono una profonda frattura nel tessuto politico e sociale della Calabria.

La decisione di dimettersi anticipatamente, una mossa strategica volta a distanziarsi dalle accuse di corruzione avanzate dalla Procura di Catanzaro, ha giocato un ruolo cruciale.
Sebbene l’avviso di garanzia abbia inevitabilmente intaccato la sua immagine pubblica, la sua decisione di non protrarre un mandato che lo avrebbe esposto a un maggiore logoramento politico ha paradossalmente contribuito a presentarsi come una figura disposta al sacrificio e attenta alla stabilità istituzionale.
L’assenza di una valida alternativa, unita alla frammentazione del panorama politico regionale, ha ulteriormente favorito la sua rielezione.
I partiti tradizionali, indeboliti da scandali e conflitti interni, non sono riusciti a proporre un candidato in grado di raccogliere un consenso diffuso e di incarnare una visione credibile per il futuro della Calabria.

La frammentazione ha, in definitiva, amplificato il peso del voto di protesta e la ricerca di una figura di riferimento, anche a costo di riconoscimenti parziali o riserve.

La vittoria di Occhiuto, dunque, non rappresenta una celebrazione incondizionata, bensì un campanello d’allarme.
Evidenzia le profonde debolezze del sistema politico calabrese, la sua incapacità di rigenerarsi e di offrire risposte concrete alle pressanti esigenze dei cittadini.
Il suo secondo mandato sarà cruciale per affrontare le sfide pressanti che affliggono la regione: la criminalità organizzata, la carenza di infrastrutture, la disoccupazione giovanile, la fragilità del sistema sanitario e l’emergenza ambientale.
L’esito elettorale impone, infine, una riflessione più ampia sul ruolo della magistratura e sulla necessità di garantire trasparenza e legalità nella gestione della cosa pubblica.
La presenza di procedimenti giudiziari a carico di esponenti politici, pur nel rispetto del principio della presunzione di innocenza, non può non lasciare un’ombra sulla credibilità delle istituzioni e sulla fiducia dei cittadini.

Il futuro della Calabria dipende dalla capacità di superare questa fase complessa e di costruire un sistema politico più solido, trasparente e orientato al bene comune.

La sfida, ora, è di portata epocale.

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