Un’onda umana, ben oltre le duecentomila persone, ha solcato la valle umbra, un flusso che non si vedeva dai primi anni del nuovo millennio, riportando alla memoria un’eco di speranza e mobilitazione.
La marcia da Perugia ad Assisi, animata dallo slogan “Imagine alla the people”, ha rappresentato un vibrante affresco di cittadinanza attiva e desiderio di cambiamento.
Non si trattava di una semplice passeggiata, ma di una manifestazione composita, un caleidoscopio di colori e simboli che rifletteva un’ampia gamma di sensibilità e appartenenze.
Le bandiere arcobaleno, icona universale della pace e della solidarietà, si alternavano al tricolore italiano, testimonianza di un orgoglio nazionale intriso di valori progressisti.
Associazioni come le Acli, Greenpeace e una vasta rappresentanza sindacale, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, hanno contribuito a delineare un quadro di impegno civile e sociale.
La presenza di gonfaloni municipali e delle fasce tricolori dei sindaci ha sottolineato il coinvolgimento delle amministrazioni locali, evidenziando un’adesione diffusa all’ideale di una comunità coesa e proiettata verso il futuro.
Questa manifestazione non si è configurata come un atto di opposizione o di protesta contro specifici soggetti o politiche, bensì come un’affermazione positiva, un inno alla speranza e alla costruzione di un mondo più giusto e pacifico.
Era un popolo della pace, un’espressione tangibile della volontà di promuovere la riconciliazione, la giustizia sociale e la tutela dell’ambiente, un grido collettivo in favore di un futuro migliore, un futuro “alla the people”.
La marcia ha incarnato un’urgenza condivisa: quella di superare le divisioni e di costruire ponti, un’aspirazione universale che risuona in ogni angolo del mondo.