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sabato 8 Novembre 2025

Orso M90: GIP respinge l’archiviazione, indagini sul Presidente Fugatti

L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari (GIP) Gianmarco Giua, con sede a Trento, ha segnato una svolta significativa nel fascicolo relativo alla morte dell’orso M90, avvenuta il 6 febbraio 2024.
Il GIP ha rigettato la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura, ponendo fine a una fase di incertezza e aprendo la strada a un’indagine più approfondita.

L’ordinanza costituisce un atto di rilievo giuridico che va oltre la mera formalità, indicando una valutazione di elementi indiziari sufficienti a giustificare il proseguimento delle indagini nei confronti del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

La decisione del GIP non si limita a rifiutare l’archiviazione, ma ne evidenzia le ragioni: il giudice ravvisa la sussistenza di elementi che, se confermati, potrebbero inquadrare il comportamento contestato nel reato di uccisione di animale con crudeltà, come previsto dagli articoli 544 bis e 544 ter, comma 1, del Codice Penale.
Questi articoli tutelano la dignità degli animali, garantendo loro un trattamento rispettoso e vietando azioni che causino sofferenza inutile o prolungata.
L’importanza dell’ordinanza risiede nella sua implicazione per il dibattito più ampio sulla gestione della fauna selvatica e sulla responsabilità amministrativa.
L’orso M90, un esemplare maschio proveniente dalla Slovenia e introdotto nel Parco Nazionale del Stelvio nell’ambito del progetto Life Ursus, era diventato un simbolo della convivenza problematica tra uomo e fauna selvatica in Trentino-Alto Adige.
La sua morte, avvenuta in circostanze che destarono clamore e sollevano interrogativi sulla gestione della sicurezza e sulla comunicazione delle misure adottate, ha acuito le tensioni e alimentato un acceso confronto pubblico.
La decisione del GIP non preclude, ovviamente, la possibilità che, al termine delle indagini, l’ipotesi accusatoria si riveli infondata.
Tuttavia, l’ordinanza costituisce un monito e sottolinea la necessità di un approccio più attento e responsabile nella gestione della fauna selvatica, tenendo conto non solo degli interessi economici e della sicurezza delle persone, ma anche del benessere degli animali e del rispetto delle normative in materia di tutela.
Il caso M90, quindi, si configura come un momento cruciale per la definizione di standard più elevati in termini di gestione della fauna selvatica e di responsabilità delle istituzioni.

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