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Parlamento in pausa: riforme cruciali in attesa di settembre.

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Il Parlamento, dopo un’intensa tornata legislativa caratterizzata da una frenesia di decreti in scadenza, si congeda per una pausa estiva.
Questo intervallo, di un mese, sospende una serie di interventi legislativi cruciali, lasciandoli in attesa di una ripresa a settembre, quando la ripresa dei lavori parlamentari si concentrerà su alcune delle riforme più ambiziose del governo.

In cima all’agenda, con priorità strategica, figura la riforma della magistratura, un tema storico per le forze di centro-destra.

La legge, che separa le carriere dei magistrati inquirenti (Pubblico Ministero) dai giudici, ha superato le prime fasi di approvazione parlamentare, anticipando persino l’avvio del processo di riforma del premierato, inizialmente considerata la riforma cardine del progetto governativo.
Nonostante l’intenso lavoro di emendamento da parte delle opposizioni e le strategie di gestione del dibattito adottate dalla maggioranza, la legge è ora in fase di revisione alla Camera, con previsione di rapida approvazione e ritorno al Senato per la fase finale di esame.

La possibilità di un referendum popolare, contemplata dalla maggioranza, rimane una prospettiva aperta.

Parallelamente, la riforma per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, promossa dalla ministra Casellati, ha incontrato un ostacolo significativo alla Camera.

Le audizioni, le minoranze ostili e le dinamiche interne al centrodestra hanno contribuito a un rallentamento che appare intenzionale, forse per prevenire ulteriori tensioni.
Un altro dossier importante, il progetto di legge per trasformare Roma in capitale piena e propria, dotandola di potestà legislativa e autonomia finanziaria, ha ricevuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri ed è destinato ad essere esaminato in autunno, verosimilmente a partire dalla Camera, dove esiste una proposta affine presentata dal Partito Democratico.
Anche il dibattito sul fine vita, un tema profondamente divisivo, è stato rinviato a settembre, con un approccio bipartisan che mira a trovare un compromesso.
La legge sul suicidio medicalmente assistito, dopo un intenso confronto al Senato, ha subito modifiche che escludono il coinvolgimento del Servizio Sanitario Nazionale e introducono un Comitato di nomina governativa.

La forte opposizione del centrosinistra ha portato a una tregua estiva, con la promessa di votare le modifiche a settembre e, auspicabilmente, portare la legge in Aula nello stesso mese.
La legge che inasprisce le pene per i femminicidi, estendendole all’ergastolo, è giunta agli ultimi passaggi, mancando soltanto l’approvazione finale della Camera, dove si spera di replicare il voto unanime registrato al Senato.
Inoltre, sono in cantiere la cosiddetta “rottamazione 5”, una misura a favore dei debitori esattoriali promossa dalla Lega, attualmente in attesa dell’ok della commissione Finanze, e il disegno di legge sulla caccia, appesantito da un numero elevatissimo di emendamenti presentati dalle opposizioni.
Questi interventi legislativi, come molti altri, attendono la ripresa dei lavori parlamentari a settembre, segnando una fase cruciale per l’agenda politica del governo.

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