La questione Pirelli, epocale scontro tra interessi nazionali e dinamiche globali, si risolve temporaneamente con l’archiviazione dell’indagine governativa relativa a presunte violazioni del Golden Power.
Tuttavia, l’ombra della commistione tra il gruppo italiano e la Cina, rappresentata dalla presenza significativa di Cnrc (China National Tire and Rubber Corporation), lungi dall’essere dissipata, continua a gravare sullo sviluppo futuro dell’azienda.
Il procedimento amministrativo, focalizzato sul periodo compreso tra l’emanazione del decreto Golden Power (16 giugno 2023) e il 31 ottobre 2024, aveva lo scopo di verificare se Cnrc avesse adempiuto al suo obbligo di garantire l’indipendenza gestionale di Pirelli, prevenendo indebite influenze.
L’analisi, pur non avendo riscontrato atti o decisioni concretamente pregiudizievoli da parte dei consiglieri designati da Cnrc, non può essere interpretata come una chiusura definitiva della vicenda.
La persistente divergenza tra le posizioni italiane e quelle dell’azionista cinese si manifesta con l’approvazione contrastata dei bilanci e dei risultati trimestrali, un segnale evidente di un conflitto di interessi latente.
L’amministratore delegato Andrea Casaluci ha espresso pubblicamente preoccupazioni riguardo allo stallo decisionale in consiglio d’amministrazione, evidenziando il rischio che tale situazione possa compromettere la capacità di Pirelli di innovare e competere a livello globale.
Il fulcro della controversia risiede nella riluttanza di Cnrc ad accettare la dichiarazione di venir meno del controllo, un evento che innesca una serie di implicazioni legali e operative.
A questa dinamica si aggiunge la pressione esercitata dal Bureau of Industry and Security (BIS) degli Stati Uniti, che impone restrizioni alle importazioni di veicoli contenenti componenti prodotti da aziende cinesi o con partecipazioni cinesi significative, come Pirelli.
Questo vincolo rappresenta una seria minaccia per la capacità di Pirelli di sviluppare e commercializzare tecnologie avanzate, fondamentali per il suo futuro.
Il Dipartimento del Commercio e dell’Industria statunitense, recentemente, ha intensificato le sue richieste alle autorità italiane, giudicando l’influenza di Sinochem, holding di Cnrc, in Pirelli ancora eccessiva rispetto ai parametri americani.
Un’incomunicata lettera, mai ufficialmente confermata, ha messo in discussione l’adeguatezza delle misure adottate da Roma, tra cui il Golden Power e le relative limitazioni all’accesso alle informazioni strategiche.
Questa corrispondenza solleva dubbi sulla reale efficacia del sistema di controlli e sulla capacità del governo italiano di proteggere gli interessi nazionali in un contesto sempre più complesso e interconnesso.
La questione, quindi, non è solo economica, ma anche geopolitica, che coinvolge la competizione tra potenze mondiali e la difesa della sovranità industriale.
La risoluzione definitiva richiederà un approccio multilaterale, che tenga conto delle sensibilità di tutte le parti coinvolte e che miri a garantire la sostenibilità e la competitività di Pirelli nel lungo termine.