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mercoledì 29 Ottobre 2025

Ritorno in Palla: L’Esame di Maturità Ritorna!

La recente deliberazione dell’Assemblea della Camera dei Deputati segna un punto di svolta nel panorama dell’istruzione superiore italiana, sancendo il ritorno ufficiale dell’espressione “esame di maturità” per designare il cruciale scrutinio conclusivo dei percorsi liceali e tecnici.
Questa decisione, apparentemente formale, in realtà si radica in una più ampia riflessione sulla percezione e il significato di questo momento formativo per gli studenti e per l’intera società.

La scelta di ripristinare la denominazione storica va oltre una semplice questione di nomenclatura.
Rappresenta un tentativo di recuperare un senso di tradizione, di solennità e di valore riconosciuto all’esame, eroso, negli anni, dalle continue modifiche strutturali e dalle discussioni spesso polarizzate che lo hanno accompagnato.
L’espressione “esame di Stato” aveva progressivamente assunto connotazioni più burocratiche e distaccate, contribuendo a sminuire la portata del traguardo raggiunto dagli studenti.

La riforma, implicita in questa decisione, non si limita al cambio di nome.

Si presta a interpretazioni più ampie che potrebbero portare a una revisione più approfondita dei contenuti e delle modalità di valutazione.

Si prospetta, infatti, la necessità di riconsiderare il peso dei titoli di studio, dei PCTO (Percorsi per le Competenze e le Orientamento) e delle prove scritte, al fine di garantire un quadro complessivo che valorizzi non solo le conoscenze acquisite, ma anche le competenze trasversali, le capacità di problem solving e l’impegno profuso durante tutto il percorso scolastico.

La discussione che ha preceduto e accompagna questa deliberazione ha evidenziato una crescente attenzione verso la personalizzazione dell’apprendimento e la necessità di abbandonare modelli di valutazione standardizzati, che spesso penalizzano studenti con percorsi formativi non convenzionali o con stili di apprendimento diversi.
Si auspica, quindi, una maggiore flessibilità nell’organizzazione delle prove, con la possibilità di introdurre elementi di valutazione più orientati al futuro, come la capacità di adattamento ai cambiamenti del mondo del lavoro e di elaborazione di progetti innovativi.
Il ritorno all’etichetta di “esame di maturità” può essere interpretato come un invito a riflettere sul ruolo dell’istruzione superiore nel preparare i giovani alle sfide del futuro.

Non si tratta solo di misurare le conoscenze acquisite, ma di formare cittadini consapevoli, capaci di pensiero critico e di partecipazione attiva alla vita sociale ed economica del Paese.
La riforma dell’esame di maturità, dunque, si presenta come un’opportunità per ridisegnare un percorso formativo più efficace, inclusivo e stimolante, in grado di valorizzare il potenziale di ogni studente e di prepararlo al meglio per il domani.
È un momento di riflessione e di possibile rinnovamento, che chiama in causa non solo gli addetti ai lavori, ma l’intera comunità educante.

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