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Vitalizi parlamentari: il M5S insorge contro l’ordine del giorno di Rampelli

Il Movimento 5 Stelle ha espresso veemente dissenso nei confronti di un ordine del giorno proposto dal vicepresidente della Camera dei Deputati, Fabio Rampelli, scatenando un acceso dibattito parlamentare e sollevando interrogativi sulla gestione delle pensioni dei parlamentari uscenti.
L’iniziativa di Rampelli, apparentemente volta a armonizzare le procedure tra Camera e Senato, è percepita dal M5S come un tentativo velato per ripristinare i vitalizi, prestazioni pensionistiche contestate e abolite nel 2012, ma che rischiano di riemergere a causa di interpretazioni legali e lacune normative.

Il testo di Rampelli, indirizzato rispettivamente all’Ufficio di Presidenza e al Collegio dei Deputati Questori, sollecita una revisione e un’intensificazione del dialogo con gli organi competenti del Senato.

L’obiettivo dichiarato è quello di eliminare incongruenze e discrepanze nella disciplina di istituti condivisi dai due rami del Parlamento.

Tuttavia, l’interpretazione che ne dà il Movimento 5 Stelle è radicalmente diversa.
Il timore espresso riguarda la possibilità che, in sede di armonizzazione delle normative, si apra la porta a interpretazioni favorevoli al riconoscimento di diritti pensionistici per i parlamentari cessati dal mandato, minando così la volontà popolare e i sacrifici compiuti per eliminare tali prestazioni.

L’ordine del giorno di Rampelli si inserisce in un contesto più ampio di discussioni sulla riforma del sistema pensionistico dei parlamentari.

La questione dei vitalizi, infatti, è sempre stata oggetto di forti polemiche, considerate da molti un privilegio inaccettabile in un’epoca di ristrettezze economiche e di crescente attenzione alla giustizia sociale.

L’abolizione dei vitalizi nel 2012 rappresentò una vittoria per la trasparenza e per la responsabilità politica, ma la questione non è mai stata completamente risolta.
La preoccupazione del M5S si concentra sulla potenziale ambiguità del testo di Rampelli, che potrebbe essere interpretato in modo da favorire una revisione delle normative esistenti in senso più accomodante verso gli ex parlamentari.

Il Movimento teme che, dietro la facciata di un’armonizzazione procedurale, si celino manovre volte a bypassare le decisioni parlamentari precedenti e a restituire ai privilegiati diritti che la collettività aveva negato.

La vicenda solleva, pertanto, un dibattito più ampio sulla necessità di una maggiore chiarezza e trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche e sulla responsabilità dei rappresentanti del popolo di tutelare gli interessi della collettività, piuttosto che quelli di una minoranza ristretta.
Il Movimento 5 Stelle si impegna a vigilare attentamente sull’evoluzione della questione, opponendosi a qualsiasi tentativo di reintroduzione dei vitalizi e promuovendo una riforma complessiva del sistema pensionistico parlamentare che sia equa, trasparente e coerente con i principi di responsabilità e giustizia sociale.

La battaglia contro i privilegi parlamentari, a suo dire, resta una priorità imprescindibile.

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