La recente attività della commissione Affari Costituzionali rivela una tendenza preoccupante, un approccio che erode il rispetto per le fondamenta istituzionali e manifesta un’eccessiva fretta nell’esporre la volontà politica a discapito di un’attenta valutazione delle implicazioni. La richiesta, e conseguente accoglimento, di una proroga dei termini per la presentazione degli emendamenti, motivata dalla necessità di finalizzare un accordo interno alla maggioranza, solleva interrogativi profondi sulla trasparenza e sulla correttezza delle procedure parlamentari.L’obiettivo apparente, la possibilità di introdurre modifiche riguardanti il limite dei mandati per le cariche monocratiche, si configura come un elemento di ulteriore scompiglio in un contesto già teso. Nonostante le dichiarazioni contrastanti provenienti da Forza Italia, che esprimono una posizione contraria, l’intera vicenda lascia intendere una strategia più ampia, forse mirata a sondare i confini della resistenza e a verificare la solidità dell’opposizione.La fermezza con cui si ribadisce il no al terzo mandato per le cariche monocratiche, pur essendo un segnale di coerenza, non può cancellare la gravità delle manovre che si stanno perpetrando. L’introduzione di emendamenti tangenziali, non pertinenti al tema centrale in discussione, tradisce un’indifferenza verso il decoro del dibattito parlamentare e un’urgenza politica che prevale sull’analisi ponderata.Questo comportamento non suscita sorpresa in chi osserva da vicino la scena politica, poiché la considerazione del Parlamento da parte della coalizione di governo appare, purtroppo, sempre più marginale. La procedura, piegata alle esigenze di una maggioranza desiderosa di imporre la propria volontà, rischia di compromettere la credibilità del sistema democratico e di erodere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La piegatura delle regole, la forzatura dei tempi e l’introduzione di elementi estranei al merito della discussione costituiscono una pericolosa deriva che va contrastata con determinazione, preservando l’integrità del processo legislativo e il ruolo centrale del Parlamento come garante dei diritti e delle libertà.