La situazione del ‘Reparto Prevenzione Crimine Basilicata’ di Potenza rappresenta un caso emblematico delle criticità che affliggono l’efficacia operativa e il benessere del personale delle forze dell’ordine in diverse aree del Paese.
Un sopralluogo recente, condotto dal segretario nazionale del Siulp, Alessandro Stefanì, ha messo in luce in modo inequivocabile le profonde inadeguatezze strutturali e logistiche che caratterizzano la sede attuale.
Gli spazi disponibili sono nettamente insufficienti per accogliere il numero di operatori in servizio, generando condizioni di lavoro che limitano significativamente la capacità di svolgere le attività di prevenzione e contrasto alla criminalità in modo efficiente e sicuro.
La problematica non è nuova.
Già nel 2017 era stata presa una decisione strategica per il trasferimento del Reparto in locali preesistenti, già predisposti e idonei, ricavati dall’ex Compartimento di Polizia Stradale.
Questa soluzione, apparentemente semplice e vantaggiosa, è stata inspiegabilmente sospesa nel 2024, un ritardo che aggrava ulteriormente una situazione già compromessa.
Le osservazioni formulate dal Siulp non si limitano a considerazioni di mera convenienza logistica.
I rilievi, di natura tecnica e sanitaria, documentano chiaramente come l’ambiente di lavoro attuale rappresenti un potenziale rischio per la salute e l’incolumità degli operatori.
Questa condizione non solo incide negativamente sull’efficienza del servizio, ma configura anche una violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori, che si trovano a operare in spazi angusti, sovraffollati e privi delle adeguate infrastrutture.
Il segretario Stefanì ha sottolineato l’importanza di onorare gli impegni presi a livello istituzionale.
Durante la riunione del 20 marzo scorso, in un contesto di riconoscimento della necessità di rafforzare le strutture periferiche, era stata formalmente accantonata l’idea di soppressione del Reparto e annunciati investimenti volti a potenziare le risorse umane e materiali.
L’attuale stallo contrasta in modo stridente con queste promesse, generando frustrazione e demotivazione tra il personale.
La vicenda del Reparto Prevenzione Crimine Basilicata non è isolata; essa riflette una più ampia problematica relativa alla carenza di investimenti nella modernizzazione delle infrastrutture delle forze dell’ordine.
Riorganizzare la sede, e soprattutto farlo in modo tempestivo, non è solo una questione di comfort o di estetica, ma una necessità imprescindibile per garantire un servizio di pubblica sicurezza efficace e per tutelare il benessere di coloro che lo forniscono.
È imperativo che l’Amministrazione intervenga con decisione, onorando gli impegni assunti e assicurando che il personale possa operare in condizioni di lavoro dignitose e conformi alle normative vigenti.
L’inerzia in questo frangente rischia di compromettere irreparabilmente la credibilità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini.