Il ruggito del silenzio, l’eco di una verità incompiuta: così si manifesta il ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, figure imprescindibili nella storia d’Italia, la cui eredità trascende la mera memoria delle tragiche vicende di Capaci e via D’Amelio. L’iniziativa promossa da Libera a Potenza, più che una commemorazione, si configura come un atto di resistenza simbolica contro una cultura dell’omertà che ancora permea il tessuto sociale, un terreno fertile per la perpetrazione della criminalità organizzata.Marianna Tamburrino, referente di Libera, ha sapientemente illuminato la complessa dinamica che ha favorito la crescita della mafia, sottolineando come un clima di connivenze e silenzi, alimentato da un malessere diffuso, abbia eroso le fondamenta della legalità. Oggi, la mafia non si presenta più come un’entità monolitica e facilmente identificabile, ma si è infiltrata in modo insidioso nel sistema economico e politico, assumendo forme più fluide e apparentemente normalizzate. Questo processo di “infiltrazione silenziosa” rappresenta una sfida ancora più ardua da affrontare, poiché rende più difficile la sua identificazione e contrasto.Il prefetto Campanaro ha auspicato un impegno collettivo, un’applicazione ordinaria e quotidiana della legalità che possa permeare l’intera nazione, restituendo al Paese un senso di giustizia e di fiducia nelle istituzioni. La riflessione di Falcone, che ha sempre rifiutato l’idea dell’eroismo, invitando a un impegno costante nella quotidianità, si rivela oggi più attuale che mai. Non servono gesti eclatanti, ma un cambiamento profondo nei comportamenti individuali e collettivi.Il questore Ferrari ha sottolineato l’importanza di rafforzare la collaborazione tra le diverse realtà istituzionali, creando una “squadra” coesa e resiliente contro le minacce alla legalità. La condivisione di informazioni, la coordinazione degli sforzi e la creazione di reti di solidarietà rappresentano elementi cruciali per contrastare efficacemente la criminalità organizzata.L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerose figure istituzionali, che hanno offerto testimonianze e riflessioni significative. La lettura di brani tratti dalle opere di Falcone e Borsellino, la proiezione di immagini evocative e la condivisione di poesie ispirate a questi eventi hanno contribuito a creare un’atmosfera di profonda commozione e di rinnovata consapevolezza.Le fotografie di Letizia Battaglia, esposte nella sede di Libera, hanno immortalato volti segnati dal dolore e dalla perdita, simboli di una sofferenza che ancora oggi permea le comunità siciliane. I murales di Tvboy, le poesie di Mimmo Beneventano e Renata Fonte hanno rappresentato un omaggio artistico a due uomini che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro la mafia, pagandone il prezzo più alto.La “laboratorio di memoria” di Libera si conferma un luogo privilegiato per la riflessione e la trasmissione del ricordo, un antidoto alla dimenticanza e alla ricostruzione strumentale della storia. La sfida è quella di educare le nuove generazioni, spiegando loro che la lotta alla mafia non è solo un dovere istituzionale, ma un impegno civile che riguarda tutti, un atto di amore verso la propria terra e verso il futuro del Paese. Il silenzio non è più un’opzione, ma un complice.
Falcone e Borsellino: il silenzio non è più un’opzione.
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